Fondazione Fare Cinema
!Xš‚‰

GIORGIA ARENA - "La mia prima commedia"


L'attrice è nell'ampio cast della serie di Amazon Prime Video "Gigolo per caso" e al cinema in "50 km all'ora"


GIORGIA ARENA -
Giorgia Arena
Dopo tanti anni sui palchi dei teatri impegnata nei musical (da “Billy Elliot” a “Flashdance”), Giorgia Arena ha iniziato a farsi strada come attrice nel mondo del cinema e della serialità. Prima con "Bang Bang Baby", ora - dal 21 dicembre - su Amazon Prime in “Gigolò per caso” di Eros Puglielli con Christian De Sica. E nel 2024 sono tanti i progetti in cui la vedremo lavorare.

Giorgia, in "Gigolò per caso" lavora in una commedia con un ruolo importante e ne è anche la voce narrante: che esperienza è stata?

Innanzitutto devo dire che è stata la mia prima esperienza nella commedia, per me era tutto nuovo ma ho avuto la fortuna di iniziare con due mostri sacri di questo genere, De Sica e Pietro Sermonti, che ritengo un maestro.
La mia Eva è nata da un provino, che mi ha stressato un po' perché era di quelli non in presenza, ho dovuto fare un self-tape e mi sono attrezzata a casa. Ho capito subito che mi serviva una spalla buona, per la commedia è fondamentale, e Pietro è totalmente presente come attore, è stato fantastico.
Per costruire il personaggio, e anche i testi che recita nel podcast che fa da voce narrante, ho avuto sempre in mente Michela Murgia e altri podcast femministi che sentivo, tipo "Senza Rossetto". In seguito è stato aggiunto che fosse incinta e l'ho trovata una splendida idea: bisogna sdoganare i pregiudizi sui bisogni, le necessità e i desideri delle donne incinte.
E' stato bello, mi sono accorta subito dalla sceneggiatura che serviva una grande preparazione per essere poi libera sul set, mi dovevo dimenticare di tutto per far accadere le cose in modo non calcolato, anche in questo avere Pietro accanto è stato decisivo.

Il 2024 sarà un anno di grandi titoli in arrivo in cui ha lavorato.

Il primo film è stato "50 km all'ora", anche se poi in montaggio il mio ruolo si è ridotto a una piccolissima apparizione: con Fabio De Luigi però è stato un incontro meraviglioso, lui e Stefano Accorsi sono due fighi pazzeschi.
Sempre piccola ma importante per me la presenza in "The Hand of Dante" di Julian Schnabel, con diversi attori italiani: è stato davvero molto interessante vedere come lavora questo artista, un po' strambo all'apparenza. Mi ha detto due cose e ho subito pensato "cavolo che figata!", di solito sul set sei schiavo di posizioni o altre rigidità, lui invece mi ha lasciata libera di fare quello che volevo, sapevo che mi avrebbero seguito, potevo lasciare libero il mio istinto. Devo ammettere che soffrivo un po' la rigidità del set nelle mie prime esperienze!

Ma non solo queste due piccole parti, giusto?

Giusto: nei prossimi mesi uscirà "Ma chi ti conosce" di Francesco Fanuele, un'altra commedia. Non ne avevo mai fatte e ora una dopo l'altra!
Tengo molto al film "Il mio posto è qui" di Cristiano Bortone e Daniela Porto, anche perché lo abbiamo girato in Calabria, la mia terra.
Ho lavorato anche con Cristina Comencini a "Il treno dei bambini", una regista donna che mi ha colpito moltissimo per la sua profonda sicurezza. Noi giovani siamo sempre titubanti su molte cose, lei invece è un esempio di grande consapevolezza. Mi è piaciuto anche vedere da vicino cosa potrei diventrare un giorno: non nego che mi piacerebbe in futuro fare la regista...

Oggi molto impegnata tra cinema e serie, ma con un passato importante nel campo del musical teatrale.

Nasco come danzatrice, poi arrivo al teatro e decido di tenere in piedi entrambe le mie carriera con il musical. E' un mondo che funziona diversamente, non servono agenti o altro: arrivi a una grande audizione con 3-400 persone e se sai ballare, cantare e recitare ti prendono, se no no.
In quegli anni, pre-Covid, abbiamo girato l'Italia, a 28 anni avevo visto tutti i teatri italiani, era una vita bellissima e penso che chi fa solo cinema si perde una cosa incredibile!
Poi si cambia nella vita, cambiano anche i desideri e con la mia agente attuale stiamo costruendo la mia carriera tra cinema e tv, ma sarebbe bellissimo per me continuare a usare il linguaggio del musical anche al cinema, magari con storie che possano avere a che fare con noi, con il nostro quotidiano. Io ci spero.

05/01/2024, 11:57

Carlo Griseri