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TFF41 - Chiara Malta: "Così nasce Linda e il Pollo!"


Dopo un percorso importante nei festival internazionali, il film è in concorso internazionale al festival di Torino


TFF41 - Chiara Malta:
La regista italiana Chiara Malta è in concorso internazionale al Torino Film Festival 41 con la sua opera "Linda e il Pollo!", realizzata in Francia a quattro mani con l'animatore Sebastien Laudenbach e già vincitrice di importanti premi internazionali (tra cui il festival di animazione di Annecy).

Una storia per l'infanzia che sa parlare anche agli adulti. Come nasce un film così libero e unico?

E' curioso perché quando un film per bambini alza il livello iniziamo a parlare di film per adulti... riporta però all'origine del film: volevo sì fare un film per bambini ma come io immaginavo che dovesse essere fatto, non volevo infantilizzare niente, volevo trattarli come delle persone. Passano la maggior parte del loro tempo a interpretare la realtà, sono abituati a non capire, sono in uno sforzo costante di comprensione della realtà. Un film non deve quindi abbassarsi al loro livello, loro tendono verso l'alto: questa era l'idea di partenza.

Come avete lavorato con Sebastien?

Mi restavano dei giorni di residenza in Francia per un altro progetto e l'ho chiamato per fare qualcosa insieme, abbiamo scritto questa storia con due premesse di partenza: volevo che ci fossero elementi di drammaturgia che potessere toccare i bambini (l'ingiustizia e la memoria), e volevo fare un film di animazione senza però i codici tipici, volevo che rubasse al cinema della realtà quanto c'è di meglio.
Ad esempio il rapporto con la sceneggiatura che si incarna con l'attore, che "prende vita" su un set: non volevo privare il film, seppur disegnato, di questo aspetto e quindi ho previsto un set - in modo assolutamente alternativo e anticonformista quanto vorrebbe essere il film - in cui ho iniziato dalla registrazione dei suoni, anche per dare agli animatori qualcosa su cui basarsi per il loro lavoro.
Tutto quello che si racconta, così, è "accaduto", da qualche parte. Abbiamo fatto sei settimane di set sonoro nei veri luoghi del film, con gli attori e i bambini che avevano la possibilità di correre, di giocare, con oggetti di spugna fabbricati per l'occasione per limitare i rumori...

Quale il rapporto tra suono e disegno?

Il tratto nasce dal suono, il suono non deve piegarsi al tatto: questa è la grande rivoluzione del film, volevo avesse un aspetto quasi di nouvelle vague, una freschezza vicina all'infanzia, che non fosse "ingessato" come spesso è il cinema per bambini oggi.
Il tratto non doveva essere finito, i colori oltrepassano le linee come quando un bambino colora male, libero, disordinato. Ho un po' rotto la catena del processo di fabbricazione, mettendomi anche un po' in pericolo...
Suoni da organizzare, niente storyboard, del girato in schizzi anche per poter buttare qualcosa (il disegno mi interessava poco, mi interessava il movimento): lavorare così è stato un rischio ma è andata bene, credo. In tutta la mia carriera ho sempre usato l'animazione ma trattandola sempre come una tecnica, chiedendomi cosa avrei potuto fare con lei. Questo non è un film "di" animazione, ma "in" animazione.

L'idea dei colori assegnati a ogni personaggio come nasce?

Per l'identità cromata sono molto legata a un libro che ho letto spesso ai miei figli, che si chiama "Piccolo giallo piccolo blu"... Ma non è stato l'unico riferimento: da lì l'idea della monocromia, che come altre scelte estetiche - devo essere onesta - sono state prese anche per contenere il budget. Solo se fosse costato poco questo film poteva restare così libero!
E poi Bruno Munari e mille cose prese dal cinema, "All that jazz" di Bob Fosse, Pino Solanas e la sua nebbia nel film su Gardel, il cinema dell'est Europa... Sono stati riferimenti utili soprattutto per dialogare con i disegnatori.

Il bel percorso che sta facendo "Linda" nei festival conferma che le idee sono state capite.

Sì, lo ammetto: a un certo punto della lavorazione stavo per andare a chiedere scusa alla produzione, avevo davanti una sorta di Frankenstein che era un po' colorato, un po' ancora con gli schizzi, un po' informe. Mi sembrava che non emergesse il film, invece poi alla fine lo abbiamo trovato, non smettevo di cambiare, aggiungere, tagliare... ma alla fine ho trovato la quadra, sono contenta del risultato.

26/11/2023, 08:00

Carlo Griseri