Note di regia di "Noi siamo Leggenda"


Note di regia di
La componente fantastica di questa storia è solo un pretesto per raccontare il passaggio reale tra l’essere adolescente e l’essere adulto di un gruppo di ragazzi, non di supereroi, che, come tutti i loro coetanei, si tengono a galla tra sogni, ambizioni, dolori e sconfitte cercando di raggiungere l’orizzonte della maturità che sembra un miraggio lontano. I superpoteri sono l’esasperazione della rabbia che e splode in quel periodo della vita in cui sappiamo cosa non vogliamo essere ma ancora non abbiamo chiaro cosa saremo. E la rabbia, a volte, ci fa credere di essere invincibili. Chi non ha mai sognato di trasformare la rabbia in forza, di poter riavvolgere il tempo per riparare i propri errori, di essere invulnerabile per sfuggire alla furia autodistruttiva dell’adolescenza o, più semplicemente di fare del bene? Eccoli, i nostri supereroi: ragazzi che lottano contro la frustrazione di non poter esprimere le proprie paure e le fragilità. Ragazzi che non riescono a comunicare con il mondo degli adulti e affrontano un momento di rottura. Il ricomporsi della rottura, quello strappo doloroso che segna la nascita di un giovane adulto, non sempre è una sutura inv isibile che si riassorbe con la crescita. Troppo spesso lascia ferite evidenti. Quelle che ai genitori sembrano cicatrici indelebili, sono i segni della crescita che trasformeranno un ragazzo in un individuo che rivendica la propria originalità. E anche se da genitori rivendichiamo di essere in parte responsabili di quelle cicatrici, dobbiamo lasciare che i nostri figli se le procurino. Lo scenario di questa storia è una Roma riconoscibile solo grazie a pochi scorci che restano sullo sfondo di una città t almente reale che sembra rappresentare il disagio dei ragazzi. Un mondo che vorrebbero cambiare e dal quale vorrebbero fuggire, filtrato attraverso il loro punto di vista.

Carmine Elia