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VENEZIA 79 - "Se Fate i Bravi", ricordando il G8


Presentato alle GdA - Notti Veneziane il documentario "Se fate i bravi – Genova 2001, il sogno e la violenza" di Stefano Collizzolli e Daniele Gaglianone. Intervista con il regista Stefano Collizzolli


VENEZIA 79 -
Evandro Fornasier "Se fate i Bravi" di Collizzolli e Gaglianone
Genova. Questa parola dal 2001 non significa più il solo nome di una città, fu il G8. In molti vorremmo, per una memoria dolorosa, non nominarla più. "Se fate i bravi-the dream and the violence" di Stefano Collizzolli e Daniele Gaglianone prova a ritrovare nodi e fili di memoria, personale e collettiva, perduti e rimossi. A distanza di vent'anni, sono smarrite volutamente anche delle domande personali forse il momento per iniziare un viaggio a ritroso, per incontrare politici, avvocati, dirigenti delle carceri che all'epoca avevano un ruolo pubblico.
Si ritrovano dopo venti anni delle vecchie riprese e due fratelli distanti pochi centinaia di metri nei cortei si pongono le stesse domande amare.

È il racconto di Evandro Fornasier che era andato Genova quasi individualmente, sentendosi parte di una generazione. Finì a Bolzaneto ma uscendo dalle sevizie di Bolzaneto, non la ha più lasciata: dopo Genova da cassiere di banca è diventato uno psicoterapeuta. Questa “doppia testimonianza” è in grado di emozionare lucidamente la dimensione sognante e la realtà dell’arbitrio statuale.

La ricerca non avviene attraverso interviste ma incontri, attraverso una storia singola che segna però anche lo sfaldamento di un corpo collettivo egemone nella sua prosa almeno da Seattle, la cui ostentata ingenuità di modifica al processo di globalizzazione crollerà insieme alle Torri Gemelle nel settembre dello stesso anno. Carlo Giuliani, la Diaz, Bolzaneto, il carcere di Alessandria in una dialettica estenuante e mistificante tra criminalizzazione del movimento e contro-narrativa difensiva, prima ha colpito i corpi e poi ha schiacciato la Storia.

Il “caso italia” nella materia de quo è solo una colorita conferma della realtà anti-giusnaturalistica del sistema giuridico odierno, che indusse Hanna Arendt a vedere i diritti umani come orfani, largamente dichiarativi, sempre in cerca di un tutore sfuggente o ingannatore. La convinzione che l'incontro dei «potenti della terra» a Genova, la sua contestazione, la risposta repressiva del governo italiano rappresentino uno spartiacque del fenomeno globalizzazione dove chi c’era, per quello che ha visto o subito, avrà per sempre il cuore pieno di scorpioni.


Marco Guarella

10/09/2022, 10:34