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TORINO FILM FESTIVAL 39 - Ra di Martino e "il giardino che non c'e'"


Intervista alla regista del documentario in programmazione al Torino Film Festival e ispirato a Bassani e De Sica


TORINO FILM FESTIVAL 39 - Ra di Martino e
Rå Di Martino
"Il giardino che non c'è" di Ra Di Martino è in selezione fuori concorso al Torino Film Festival 39. Un documentario che ragiona su "Il giardino dei Finzi Contini", il libro di Giorgio Bassani e il film premio Oscar di Vittorio De Sica.

"Tutto è nato dall'opera di un artista, Dani Karavan, intitolata proprio "Il giardino che non c'è", che non è riuscito a realizzare. Sua figlia, Noa, ha scritto un soggetto raccontando questa storia. In tanti, a Ferrara, andavano e vanno alla ricercad del giardino del film, che però è risaputo non esista: mi hanno chiamato a partecipare e ho trovato il progetto interessante, anche se essendo una produzione del canale televisivo Arte ho avuto più vincoli da rispettare del mio solito, giustamente loro puntano a un largo pubblico internazionale, che magari non conosce bene il libro originale".

Come ha lavorato al progetto, quali linee guida ha seguito?
"Ho fatto molte ricerche sul libro e sul film, ci sono molti piani diversi ed è stato molto difficile decidere cosa non raccontare, non poteva starci tutto. Fosse stato per me, ad esempio, avrei raccontato molto di più il set di De Sica, la parte cinematografica: ma sarei andata fuori dal tema di partenza. Credo di essere riuscita a trovare un equilibrio tra le volontà produttive e la mia visione, inserendo dei tableau vivant, dei finti provini e altre idee più in linea con il mio stile".

Tra libro e film cosa preferisce?
"Ho letto il libro pochi anni fa e per caso, lo ammetto. Mi è piaciuto moltissimo, anche se è un testo classico: l'allusività che Bassani era in grado di creare, il mistero di una storia in cui fino alla fine non si sa se il tradimento c'è o no, la sospensione tra i personaggi è incredibile. Sono meno legata al film di De Sica, che trovo più lineare e riuscito (come in genere sono tutte le trasposizioni letterarie). Gli riconosco però di aver fatto un lavoro meraviglioso sul casting, creando personaggi ancora più iconici che non a caso sono stati decisivi, non sempre in modo positivo, a volte legandoli un po' troppo a questi ruoli, per Dominique Sanda, Helmut Berger, Lino Capolicchio. Questo per me è il segreto del successo del film".

Dopo il TFF che futuro avrà il film?
"Il futuro del film lo stiamo costruendo: lo abbiamo davvero ultimato la settimana scorsa... Ci saranno altri festival, sicuramente, e tra marzo e aprile 2022 in Francia e Germania su Arte andrà in onda in accoppiata con il film. Per l'Italia si vedrà. Il mio futuro? Mi piacerebbe tornare a lavore su progetti simili, ma avendo però se possibile un po' più di libertà produttiva".

01/12/2021, 16:30

Carlo Griseri