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VENEZIA 78 - "Atlantide" in Concorso Orizzonti


Yuri Ancarani si muove in laguna a bordo dei velocissimi barchini usati dai ragazzi veneziani. Segue Daniele, la sua vita insoddisfatta e il suo destino che porta alla notte


VENEZIA 78 -
"Atlantide" di Yuri Ancarani
Ragazzi con il barchino si muovono velocissimi nella laguna di Venezia. Se nelle città di terra il mito è la moto o la macchina truccata, sul mare chiuso del capoluogo veneto, la barca modificata che tocca gli 85 km orari l’oggetto dei desideri dei teenagers. Anche i luoghi d’incontro non sono le piazze, i bar o i fast food ma gli attracchi tra le isolette sperdute o le grandi navi in disuso e gli espedienti per potersi pagare barche e motori, i traffici loschi, il fumo sono simili. Verrebbe da dire, cambia il mezzo ma i ragazzi sembrano proprio uguali; in centro come in centro, in periferia come in laguna.

Yuri Ancarani segue bene, ma con un po’ di lentezza, le vicende di Daniele e della sua amica e confidente, intrattenendosi forse qualche secondo di troppo in ogni inquadratura e finendo per appesantire il ritmo e allungando inutilmente la lunghezza totale del film. Dà, certo, il tempo per riflettere sul film e farsi domande, ma tra queste c'è anche "ma quanto sono lunghe queste inquadrature...?".

La colonna sonora di "Atlantide" scandisce le immagini di una Venezia poco visitata ma comunque bellissima nei suoi tramonti che fanno da sfondo, insieme alla laguna, delle corse senza metà apparente del barchino e di Daniele. Viaggi che si concludono con l’acqua che sale per le strade della città e un destino, anche quello, che non vorremmo fosse quello, ma che purtroppo, il sabato come altre sere, può andare di pari passo con la rabbia giovane e con la successiva retorica del ricordo e dell’emozione per un finale di immagini, musiche e colori che ci porta di nuovo fino all’alba.

02/09/2021, 17:00

Stefano Amadio