Note di regia di "Cubit"
Ho osservato il pixel, la più piccola unità dell’immagine, un cubetto bianco che racchiude una storia infinita e indistruttibile fatta di molecole in movimento. Questo singolo elemento, nella sua duplice natura elettronica ed emotiva, ha il potere di influenzare e trasformare un’intera galassia.
In un corto che si costruisce man mano, un verme nasce dal mondo e il mondo nasce dal verme. Ho così scoperto che la bellezza non risiede solo nelle grandi sfumature ma anche nelle piccole vite dell’universo, come quel verme sepolto dal peso del mondo.
Questa riflessione mi ha portato a esplorare l’emotività e l’immortalità di un semplice pixel, quelle molecole invisibili e primordiali che compongono e decompongono tutto, senza mai morire, ma trasformandosi sempre in un concerto infinito.
Ho cercato nella mortalità dell’immagine un mezzo per trovare l’immortalità. In In Memory Of ho raccontato la bellezza della distruzione e in All End? la fascinazione per l’inevitabile fine, qui sono arrivato al limite ultimo dell’immagine degradata. Un’immagine potrà sempre rovinarsi e scomparire, ma quando analizzi la molecola più piccola di qualcosa, hai già raggiunto l’infinito.
Mattia Bioli