Questo film è un atto dovuto, da quando nel 2014 con Francesco Verde, fratello di Gelsomina, e con alcune associazioni dell’area nord, tra cui il Comitato Vele di Scampia e Insurgencia, abbiamo deciso di far nascere il Collettivo Mina, che si chiama così proprio in onore di Gelsomina Verde. Lo dobbiamo alle persone che continuano a combattere perché lo Stato per troppo tempo non l’ha riconosciuta vittima innocente. Lo dobbiamo a noi stessi che vogliamo continuare a trasmettere la voglia di raccontare, gettare uno sguardo verso il futuro, fare politica, ripartire ancora una volta verso nuovi orizzonti con il sogno e l’utopia di sempre. Lo dobbiamo soprattutto alla memoria del papà e alla mamma di Gelsomina, come dice il fratello Francesco “condannati all’ergastolo del dolore”, puniti più duramente degli assassini della figlia. Perché il dolore che ti spezza la vita rimane. Senza permessi, senza licenze, senza sconti, senza fine pena.
Gianluca Arcopinto