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SANPA - Luci e tenebre di San Patrignano


Il duplice volto di Vincenzo Muccioli nel momento più drammatico per l'Italia immersa nell'emergenza dell'eroina. La prima docu – serie originale italiana Netflix è disponibile dal 30 dicembre sulla piattaforma e racconta la controversa figura del fondatore della celebre comunità di recupero. Una produzione 42.


SANPA - Luci e tenebre di San Patrignano
Vincenzo Muccioli al centro con i "suoi" ragazzi
“Per fare del bene puoi usare ogni metodo?” è la domanda che apre "SanPa: Luci e Tenebre di San Patrignano", miniserie targata Netflix in cinque puntate che racconta il duplice volto della comunità di recupero di San Patrignano fondata da Vincenzo Muccioli nel 1978, a Coriano, in provincia di Rimini. Un uomo che per circa un ventennio ha non solo salvato la vita di moltissimi ragazzi e ragazze dall’eroina, che alla fine degli anni ’70 si era diffusa rapidamente tra i giovani portandoli a morte certa, gettando le loro famiglie nella disperazione e nella paura, ma è stato anche il protagonista di vicende ambigue che lo misero al centro di un circo mediatico e di vicende giudiziarie che si arrestarono solo con la sua morte nel 1995.

Una figura venerata come un santo da una parte ma considerata da molti controversa: lottò strenuamente contro l’emarginazione di quei giovani considerati solo dei tossici riuscendo a dare alla maggior parte di loro una seconda vita, a reinserirli nella società, a insegnare i valori del lavoro, di una vita sana, autentica ma fu anche contestato e messo sotto processo per i metodi violenti e coercitivi che utilizzò per impedire la fuga dei suoi ospiti destinati ricadere nel baratro, incatenandoli per giorni, privandoli della libertà personale, e per vicende ancora più oscure.

Il documentario diretto da Cosima Spender, scritto da Gianluca Neri, Carlo Gabardini e Paolo Bernardelli, analizza in maniera approfondita attraverso una grande mole di documenti, immagini e filmati da 51 differenti archivi, interviste dell’epoca e 25 testimonianze, i diversi aspetti di una storia che solleva ancora oggi dubbi e polemiche. Lo stesso documentario ha già attirato le critiche della stessa Comunità e del suo attuale presidente Alessandro Rodino Dal Pozzo, entrato come ospite nel 1985, che giudica la serie “unilaterale, parziale, che racconta solo pochi episodi critici”. Una critica non veritiera se si parte dal presupposto che tra i testimoni intervistati ci sono sia i sostenitori di Vincenzo Muccioli, come il figlio Andrea e il giornalista Red Ronnie, che i suoi contestatori come l’ex autista e guardia del corpo Walter Delogu ed ex ospiti dell’istituto di riabilitazione divisi tra il bene che Muccioli ha fatto e gli episodi traumatizzanti dei quali sono stati protagonisti o testimoni. Persone legate per sempre, nel bene e nel male, al loro salvatore.

Vincenzo Muccioli era, quindi, un padre affettuoso per tutti i suoi ospiti che curava con “iniezioni d’amore” come egli stesso affermava o un padre padrone disposto a tutto per difendere sé stesso e la sua creatura? “SanPa” tenta di dare una risposta ma rimangono molti dubbi che difficilmente arriveranno a un chiarimento. Quello che rende questo documentario degno di nota è sicuramente il ritratto puntuale che dà della società dell’epoca, l’analisi approfondita e non faziosa della figura di Muccioli documentando l’importanza del suo operato e del suo lascito ma anche le imputazioni, gli errori e gli orrori della sua San Patrignano, oggi il più grande centro di riabilitazione per tossicodipendenti in Europa. Una narrazione avvincente e a tratti commovente su uno spaccato di storia italiana, con colpi di scena degni di un thriller, che conferma la capacità di Netflix di produrre documentari di altissimo livello.

03/01/2021, 23:55

Caterina Sabato