Giacomo viene coinvolto dall’amico dissoluto Luigi in una vera e propria truffa. Il padre gli ha lasciato in eredità 3 milioni di euro destinati al nipote: Luigi, però, non ha figli e chiede ad Alessandro di far passare Giacomo come suo figlio e dividersi in questo modo il “bottino”. Ma le cose non vanno come previsto.
La commedia italiana è ricca di storie su amici alle prese con i problemi quotidiani e con imprese impossibili: un felice esempio recente è “Il grande salto” diretto e interpretato da Giorgio Tirabassi. Ma nel nuovo film di
Antonello Grimaldi i tratti vincenti della commedia sono totalmente assenti: colpa di una sceneggiatura debole firmata da Marco Martani e Raffaello Fusaro e basata su una storia forzata e per niente accattivante. I risvolti si rivelano sempre poco plausibili con diversi colpi di scena che nemmeno nel finale riescono a risollevare un film carente sin dall’inizio.
Una messa in scena televisiva e poco curata: salti temporali impercettibili, doppiaggi imbarazzanti, dialoghi retorici e stucchevoli. Non si prova empatia per i protagonisti perché semplicemente non sono “veri”: non è vero il dolore di Alessandro che non riesce a dimenticare la moglie morta anni prima, né la “vita al massimo” di Luigi e nemmeno l’ansia per i debiti di Leo, personaggio anonimo.
Riondino, Roja e De Rienzo, attori che in altre occasioni hanno dato prove notevoli, in questo film appaiono poco convincenti, legnosi e fuori parte. I loro personaggi sono delle macchiette dalla personalità poco delineata in una storia che vorrebbe sfociare in un brillante e comico thriller ma che si rivela essere un giallo sbiadito.
22/06/2019, 09:00
Caterina Sabato