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FESTA DI ROMA 13 - "Il Vizio della Speranza"


In Selezione Ufficiale il nuovo film di Edoardo De Angelis che si affida alla storia di Maria e del suo nascituro per tornare a raccontare l'alienazione del mondo che gira intorno a Castelvolturno. Scritto da Umberto Contarello con De Angelis. Con Pina Turco, Massimiliano Rossi, Marina Confalone e Cristina Donadio sarà al cinema con Medusa dal 22 novembre


FESTA DI ROMA 13  -
Pina Turco in "Il Vizio della Speranza"
Anche basta. Castelvolturno, il fiume zozzo, il mare lercio, le macerie e “a munnezz” materiale e umana. E anche basta con le storie legate alla religione, a Maria, a Giuseppe all’immacolata concezione, alla Maronn’ e a o Diavol’ con tanto di anelli e bastone bianco manco fosse De Niro in “Ascensore per l’Inferno”.

"Edoardo De Angelis" gira bene, coglie angoli e spunti, ma stavolta è la scrittura a essere carente, tanto che le musiche di Enzo Avitabile sembrano loro a far da sceneggiatura con le canzoni che valgono più di dialoghi e scene. Il degrado morale fa talmente ribrezzo da tracimare nell’improbabile, con le catene doppie con cui i personaggi sono legati a questa realtà da incubo che non riescono a spezzarsi malgrado le occasioni non manchino.

Forse è una denuncia di come chi si ritrova in una situazione del genere un po’ se la cerca o quantomeno si adagi a non trovare di meglio; ma non arriva chiara. Come Maria, che ci viene mostrata bella, intelligente e capace ma che non trova le misure giuste per dire addio al fango e allontanarsi verso una vita migliore su un qualsiasi autobus di linea. O forse, come detto, il fango è l'habitat naturale e allora le vicissitudini in cui si trova finiscono per non colpirci neanche troppo.

La protagonista Pina Turco è brava ma sembra riuscire a cambiare espressione e atteggiamento soltanto un paio di volte, rimanendo su un livello espressivo drammatico, giustificatissimo, ma che la mette su un piano di consapevolezza che, come detto, non può che spingerla verso la fuga.

Il tema della fuga, e della speranza, ritorna in De Angelis che però stavolta rimane stretto tra i confini immaginari di quel casertano che offre ancora paesaggi e spunti ma che dovrebbe cominciare a far riflettere di più sulla consistenza delle storie.

19/10/2018, 16:00

Stefano Amadio