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CINEMA ITALIANO IN TICINO - Garrone e Rabaglia


CINEMA ITALIANO IN TICINO - Garrone e Rabaglia
Dogman” di Matteo Garrone e “Un nemico che ti vuole bene” di Denis Rabaglia sono, per me, i due lungometraggi più interessanti nelle “prime cinema” attuali in Ticino.

Il film del regista del ridondante e poetico “Lo Cunto de li cunti” è stato il più apprezzato lungometraggio italiano all’ultimo Festival di Cannes soprattutto per la lunare interpretazione di Marcello Fonte nella parte di un simil “Canaro della Magliana” che gli è valso il premio per la migliore interpretazione maschile. Dogman porta allo schermo con verismo, ma anche partecipazione e pietas la storia della spietata vendetta di Fonte, il canaro, uomo inerme, amante degli animali e ben voluto da tutti nei confronti di Simoncino suo spregevole aguzzino dal quale subisce continue angherie. Quella di Marcello è la vendetta di un uomo disperato che interpreta anche le sofferenze di altri che nella stessa zona subiscono torti. La terribile vicenda è ambientata in un quartiere spopolato e desolato in riva al mare dove tutti si conoscono, ma dove regna l’incomunicabilità. “Marcello è un personaggio affascinante, mai razionale e pieno di contraddizioni. Ammira e al tempo stesso teme il prepotente Simoncino- ha tra l’altro dichiarato il regista romano- e ciò fa sì che il mio film sia incentrato sulla violenza psicologia e non quella fisica…”.

Sempre nel campo del crimine, ma in un registro comico-satirico si posiziona “Un nemico che ti vuole bene”, commedia all’italiana New Age, con il quale il regista italo-svizzero, Denis Rabaglia, oltre ad immettere con successo nuovi orizzonti al suo fare cinema con le intriganti connotazioni da thriller che danno più spessore narrativo alla stralunata black comedy, “utilizza” in modo superlativo i talenti recitativi di attori di vaglia quali Diego Abatantuono (a pennello nel ruolo del gigionesco professor Enzo Stefanelli), Sandra Milo (madre acida e sofisticata di Enzo), lo spregiudicato e divertente killer Salvatore (Antonio Folletto, spalla indispensabile del placido professore).
L’esilarante e avvincente vicenda ha inizio in una notte di forte pioggia quando il professore di astrofisica soccorre in strada un giovane ferito da arma da fuoco e lo porta a casa sua. Da quel momento Salvatore, che è un assassino di professione, impone la sua presenza nella famiglia di Enzo in quanto ha la missione di salvarlo dai suoi numerosi ipotetici nemici.
Intorno a questo incontro il regista imbastisce una girandola di avvenimenti nel registro del comico e del paradosso travolgente. I dialoghi tra Salvatore e Enzo sono la parte più divertente di questo film corale dove parole ed immagini si muovono in piena armonia.

Il lungometraggio, presentato in prima mondiale in Piazza Grande, è uscito questo autunno nelle sale svizzere e italiane. Riuscirà a conquistare il pubblico e a superare il record di “Blu”, dello stesso regista, che in Svizzera fu visto da 100.000 spettatori, il più grande successo per un film di finzione vallesano negli ultimi 30 anni ? Secondo me sì, poiché ha tutte le qualità per interessare e divertire in modo intelligente.

15/10/2018, 15:01

Augusto Orsi