Diego Abatantuono
Ben cinque persone per la scrittura del film di
Denis Rabaglia:
Heidrun Schleef, lo stesso Rabaglia, Luca De Benedittis, Diego Abatantuono, David McWater. Ma è proprio la scrittura che non porta il film da nessuna parte. O forse, potendola leggere, si riuscirebbe a comprendere che il problema di "
Un Nemico che ti Vuole bene" è il passaggio dallo scritto al girato, o meglio al girato, al recitato e al montato.
Un storia che potrebbe anche essere interessante, questa diretta da Rabaglia, ma che sullo schermo non riesce ad arrivare, ad essere credibile e dunque interessante per il pubblico. Forse è il co-protagonista
Antonio Folletto a non avere abbastanza corde per interpretare il personaggio di un killer della camorra, con l’animo incastrato tra mille problemi e che, con poche sfumature, prova a fare il cattivo senza mai riuscirci fino in fondo.
Diego Abatantuono, nel serio ruolo del professore di astronomia, perde la sua naturale attitudine alla comicità improvvisata, rimanendo con pochissime possibilità di dare un senso al film, possibilità che peraltro stonano con l'iniziale linea drammatica. Il suo personaggio dovrebbe vivere il dramma di scoprire che la sua famiglia è un disastro, ma la naturale ironia dell’attore dona alla situazione una leggerezza che stona con il vero carattere del film.
Come nel film “Ricchi di Fantasia” uscito in sala la scorsa settimana, anche qui troviamo il problema dei dialetti. A fronte di una crescente esigenza produttiva sempre alla ricerca di film commission, il parco attori a disposizione non riesce a svincolarsi da una recitazione caratterizzata da forti e ingiustificabili eccessi dialettali. Il padre parla milanese, la figlia pugliese, la nonna romano, insomma un miscuglio senza alcuna logica che contribuisce ad affievolire l’indispensabile senso di credibilità.
01/10/2018, 17:44
Stefano Amadio