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VENEZIA 75 - "Capri - Revolution", il desiderio di cambiare


Terzo e ultimo italiano presentato in concorso, il film di Mario Martone è ambientato nella Capri del 1914.


VENEZIA 75 -
Nella Capri del 1914, Lucia vive una vita poco emozionante, ma tutto sommato tranquilla. Per aiutare la famiglia si occupa del pascolo delle capre, che segue in lungo e in largo sull'isola, sotto l'occhio vigile di due fratelli. Un giorno per caso si imbatte in un gruppo di ragazzi nudi, intenti in strani rituali. Il veto di sbirciare da quelle parti è massimo, ma la curiosità a volte è più forte della paura.

Se c'è un autore italiano in grado di raccontare la Storia in modo credibile e accattivante, partendo da vicende apparentemente marginali, quello è Mario Martone. Ed anche il suo "Capri-Revolution", terzo e ultimo italiano presentato in Concorso a Venezia75 guarda al passato del nostro Paese, ad un Sud che sta per essere derubato dei propri figli, carne fresca da dare in pasto al mostro della guerra.

Abituata ad avere uno sguardo verso il basso, verso quella terra che da da vivere alla sua famiglia, Lucia non può che rimanere folgorata dinnanzi ad una comunità che volge i propri occhi verso l'alto, verso un sole caldo venerato come unico dio. Tra i due si intromette un terzo sguardo, quello illuminato di un giovane medico, la scienza contro le pratiche alternative e omeopatiche.

L'incontro con una cultura così diversa, fa accendere nella ragazza la miccia di una personale rivoluzione, che nel tempo cresce, fino a renderla indipendente, a trasformarla in donna. Martone è bravo a costruire un racconto di ampio respiro ma, per trovate a volte didascaliche e per un'eccessiva pulizia dell'immagine e dei suoi attori, mai veramente "sporchi" di terra e sudore, questa volta non riesce a far immergere completamente lo spettatore.

Convincente la prima da protagonista per Marianna Fontana, ma il personaggio veramente centrale rimane l'isola, mostrato come un luogo altro in cui regna uno stato di sospensione della realtà, dove tutto sembra possibile. Ma alla fine in questa battaglia tra tecnologia e ancestralità, tra chi è davvero più libero dell'altro, non esistono vincitori. Perchè quando la Storia decide di bussare alla porta si è costretti a svegliarsi dal sogno. Per accorgersi che ciò che è in arrivo assomiglia molto di più ad un incubo.

06/09/2018, 20:40

Antonio Capellupo