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FESTIVAL INTERNAZIONALE DI CINEMA E DONNE
XXXIX - Dall'8 al 12 novembre


FESTIVAL INTERNAZIONALE DI CINEMA E DONNE XXXIX - Dall'8 al 12 novembre
La produzione recente della cinematografia internazionale firmata dalle registe sarà di nuovo protagonista al Festival Internazionale di Cinema e Donne, diretto da Paola Paoli e Maresa D'Arcangelo, manifestazione che vanta trentanove edizioni, da sempre all'avanguardia nel porre l'accento sulle tematiche della parità di genere e della peculiarità del ruolo femminile in campo artistico e sociale.

In programma dall'8 al 12 novembre 2017 al cinema La Compagnia di Firenze (via Cavour 50/r), il festival presenta in anteprima 42 film che aprono uno spaccato sulle cinematografie di Marocco, Francia, Svizzera, Italia e Portogallo.

A caratterizzare da sempre il festival, i talk delle ore 19.00, incontri giornalieri con le registe ospiti, aperti al pubblico, esperti del settore, giornalisti, per un confronto sulle tematiche affrontate dai film in programma.

Tra le ospiti di quest'anno due donne che, in modi completamente diversi, hanno 'segnato il tempo': la regista, attrice e scrittrice francese Coline Serreau e la scrittrice, sceneggiatrice e regista Dacia Maraini.
Coline Serreau è una pioniera nell'affrontare le tematiche di genere. Uno dei suoi primi film, Pourquoi pas? del 1978 narra la storia di quella che molti anni dopo sarebbe stata chiamata una famiglia 'arcobaleno', composta da un omosessuale, un bisessuale e una donna che convivono in un particolare - ma ben rodato - menage familiare. La tematica della convivenza tra uomini, stavolta per mostrare la nuova paternità, viene ripresa nel 1985 in quello che è stato il suo film di maggior successo, Tre uomini e un culla, pluripremiato e del quale Hollywood nel 1987 ha realizzato il remake Tre scapoli e un bebé, anche questo grande successo al botteghino, al quale è poi seguito, nel 1990, Tre scapoli e una bimba. Una regista che, in chiave di commedia, porta alla ribalta tematiche di grande attualità, oltre a quelle citate ha infatti realizzato film sulle lotte delle donne, in Mais qu’est-ce qu’elles veulent? (1975) documentario nel quale otto donne - operaie, contadine, madri di famiglia - si interrogano sulla loro vita e sul loro ruolo nella societa; sulla salvaguardia dell'ambiente (Il pianeta verde, La crisi e il recente Solutions locales pour un désordre global).
Dacia Maraini, una delle principali scrittrici del panorama culturale italiano, con le sue opere si è da sempre contraddistinta come simbolo donna libera e paladina della libertà: di pensiero, dei sentimenti, di azione, in una società liberata da sopraffazioni e soprusi. Una scrittrice che ha segnato il tempo e la strada per l'affermazione dell'identità femminile, che poi altre donne, fino ad oggi hanno seguito.

"Il tempo delle donne, nel cinema" – affermano le condirettrici - "è anche quello della rivolta e del rapporto tra i singoli e la storia. Per questo, in apertura, troveremo una delle più grandi registe francesi, Coline Serreau, i cui film segnano il tempo, raccontando la ribellione delle donne negli anni 70 e la trasformazione che si genera nei modi di percepire la realtà individuale e sociale".

Film d'apertura (mercoledì 8 novembre, ore 21.00), "Saint-Jacques... La Mecque", anteprima italiana, di Coline Serrau, Un fuoco d'artificio di invenzioni narrative e visive. Profondo, divertente, onirico e realistico. Incanto musicale e splendidi paesaggi. Esilarante e commovente. Tre fratelli che per incassare la cospicua eredità della mamma sono obbligati a fare a piedi il pellegrinaggio che porta a Santiago de Compostela. Sono un'insegnante che si professa laica, un ricco imprenditore e un alcolizzato filosofeggiante. I tre camminano insieme ad gruppo di altre sei persone, tra le quali un immigrato mussulmano che crede di star andando alla Mecca.

Il Premio Sigillo della Pace va a Coline Serreau, maestra poliedrica del cinema francese, per aver elaborato una sua speciale commedia, esilarante e densa di contenuti sociali, spesso anticipatori di trend importanti come la nuova relazione tra donne e uomini e le tematiche ambientali.

Il Premio Sigillo della Pace alla carriera a Mariann Lewinski, ricercatrice del grande cinema del passato per ricostruire la memoria del presente.

Il Premi Gilda saranno attribuiti a: a Petra Biondina Volpe, per il film selezionato agli Oscar Contro l'ordine divino, una storia che nessuno ha mai raccontato, quella del diritto di voto alle donne in Svizzera, avvenuta nel 1971. A Gabriella Rosaleva, per il corto Viaggio a Stoccolma, un momento fondamentale della vita di Grazia Deledda e del nostro paese. Alla portoghese Margarida Leitão, per il doc Gipsofila, preziosa trasmissione d'identità tra generazioni.
Il Premio Gilda Antiviolenza ad Anya Camilleri per il corto A Girl Of No Importance. Dedicato ad una delle 10.000 ragazze provenienti dai paesi dell'Est Europa che, ogni anno, vengono attirate in italia con il miraggio di un buon lavoro e poi avviate alla prostituzione.

Il Premio Anna Magnani e Premio Alida Valli a due corti della selezione internazionale. Saranno assegnati dalle Giurie degli universitari e dei cinefili della città.

Tra gli eventi speciali, da segnalare "Il Mediterraneo," di Dominique Cabrera, per raccontare i momenti fondamentali della relazione tra Francia e Algeria e la storia ancora attualissima della rottura generata dalla diaspora degli Nord-Africani verso l'Europa, i cosiddetti pied noir. Una storia vissuta in prima persona e raccontata nei documentari Rester là-bas, Ici là-bas, Ranger les photos e nei film di finzione L'autre coté de la mer e il recentissimo Corniche Kennedy (la strada costiera panoramica di Marsiglia, città multiculturale dove oggi vivono molti Nord-Africani), film distribuito dalla Kitchen Film e quasi interamente recitato da giovani non professionisti.

Per l'Italia il festival omaggio alla grande Dacia Maraini, nel suo rapporto tra letteratura, sceneggiatura e cinema. Il film "Io sono mia" di Sofia Scandurra, tratto da "Donne in guerra" di Dacia Maraini, è un cult da vedere e rivedere. Le giovani generazioni sperimentano nuovi approcci, come Alessandra Pescetta e Alessia Scarso nella finzione e Elisabetta Pandimiglio nel documentario. Ci saranno alcune anteprime nazionali e toscane: Sandra Verrucchi e Laura Cini, o romane ma di stanza a Casablanca, come Tatiana Forese.

06/11/2017, 16:33