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VENEZIA 74 - Edoardo Winspeare e la sua Disperata


“Anche se racconta una favola utopistica è molto realistico.” Queste alcune tra le prime parole del regista Edoardo Winspeare su “La vita in comune”.


VENEZIA 74 - Edoardo Winspeare e la sua Disperata
Edoardo Winspeare, regista di "La Vita in Comune"
Da dove arriva il titolo?

"In comune vuol dire la vita insieme e nel comune, inteso come municipio. A me piace molto la figura del sindaco, perché è una figura un po' bistrattata e ho capito che guadagna poco rispetto alla responsabilità che hanno".

A cosa ti sei ispirato per Disperata?

"Io sono di un paese che si chiama Depressa e quindi è evidente che l'idea di Disperata è venuta dal mio paese. Volevo raccontare un posto abbandonato da Dio, come tanti in Italia, però allo stesso tempo abitato da personaggi scalcagnati, poetici, ma in grado di sognare. Le periferie d'Italia sono molto interessanti, le persone per forza di cose sono più originali, più autentiche".

La scelta degli attori come è avvenuta?

"Io li conosco da sempre e con me hanno sempre fatto i banditi, i mafiosi e gli spacciatori. Antonio Carluccio faceva l'autista di un gruppo di musica popolare dove ho fondato le radici, Caludio lo conosco da sempre, la protagonista femminile è mia moglie e Davide Riso è il mio vicino di casa".

Sembra che anahce la lavorazione sia stata divertente, raccontaci qualcosa che è avvenuto durante le riprese

"Nella scena dei tedeschi ci dovevano essere Helen Mirren e Taylor Hackford, suo marito. Loro vivono in quel paese: lei è la cittadina onoraria di Digiano, che sarebbe Disperata nel nostro film. Poi Paolo Virzì ha iniziato le riprese e non ha potuto essere con noi..."

Ancora situazioni drammatiche ma stavolta ci si diverte

"Mi piace anche raccontare con leggerezza delle cose molto serie. Io dico sempre che questo è il figlio di “In grazia di Dio” ma quello è un film drammatico, un film molto diverso. Qui invece c'è molta leggerezza. Anche se a un certo punto non avevamo ben chiaro come definirlo, se una commedia con toni tragici o una tragedia con dei toni leggeri".

Si è evoluto il rapporto che hai con la tua terra?

"Io sono innamorato della mia regione e del mio paese, però prima ero innamorato un po' come un straniero. “Il paese dove fioriscono i limoni” come diceva Goethe: per me tutte le donne erano bellissime, nonché intelligenti, gli uomini erano saggi (Platone, Aristotele),poi ho avuto a che fare con tanti politici locali, con tanti briganti. Però, in fondo, mi piaceva di più, come drammaturgo e sceneggiatore, c'era materiale. Prima ero molto romantico, ora sono più smaliziato, scanzonato. Però mi piace ancora moltissimo".

Racconterai altro in futuro, oltre la Puglia?

"Io ho tanti progetti fuori dal Salento ma non me li fanno mai fare. Dovevo fare un film in Alto Adige sui conflitti fra italiani e tedeschi ma c'erano troppi problemi politici. Inoltre vorrei fare un film in Africa orientale sulla guerra d'Africa... mah"


Elisa Pulcini

03/09/2017, 10:43