Fondazione Fare Cinema
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#CA2016 - "Nuove Terre", cinque storie italiane


Cinque cortometraggi riuniti in un unico documentario, presentato in concorso a Cinemambiente numero 19.


#CA2016 -
Elegante ed essenziale, il progetto 'Nuove terre' di Francesca Comencini e Fabio Pellarin mette la videocamera al servizio di alcune esperienze di agricoltura sociale e civile che meritano di essere raccontate e conosciute. Si tratta di cinque realtà dove nella pratica agricola si promuove l’accoglienza, la formazione e l’inclusione sociale e lavorativa di individui a vario titolo fragili, vulnerabili o a rischio di esclusione. Si scopre, così, la potenzialità dello stare insieme ma, soprattutto, del lavorare insieme, dove il lavoro (in particolare se si arriva a ‘produrre’ qualcosa) stimola la fiducia e il rispetto di sé.

Il primo capitolo, 'L'orto dei ragazzi', si focalizza sulla relazione tra un agricoltore anziano del torinese e tre giovani immigrati: dalle testimonianze di Qaium, un rifugiato afgano, di Fidele, profugo della Costa d’Avorio e Djarra, giunto in Italia attraverso la Libia, si viene a conoscenza del loro percorso e del significato che ha acquisito per loro l’esperienza che stanno vivendo nell'azienda del signor Gianni, che li segue insegnando loro un mestiere. C’è chi ha avuto bisogno di tempo per apprezzare questo lavoro, chi si ricorda del proprio paese coltivando la terra, chi pensa di utilizzare la competenza acquisita per aprire un’attività rientrando in patria.

La 'Cascina sociale Carlo Alberto', al contrario, nasce direttamente dalla scommessa del quasi trentenne Rachid Elrhazali, che con Joël e Gerardo, conduce un’impresa agricola. Sfruttando i punti di forza ciascuno viene sostenuto nelle proprie debolezze dal lavoro comune che comporta valutazioni e decisioni da prendere insieme. Conquistano la lucidità di alcune riflessioni e la consapevolezza delle analisi.

La cooperativa 'Tenuta della mistica' coinvolge persone svantaggiate e in difficoltà, prevalentemente con disabilità mentale e con disturbi di origine psichiatrica. Attraverso interviste ad alcuni lavoratori e immagini di attività quotidiane nelle serre gestite dalla cooperativa emerge con evidenza il valore personale e sociale di iniziative che inseriscono nel mondo del lavoro i disabili mentali, in particolare se a contatto con la terra e in osservazione della crescita di ciò che si coltiva. Entrare nel mondo dei protagonisti, nei loro pensieri, nelle loro parole, è una scoperta.

Ne 'Le Agricole' le dinamiche in gioco sono ancora differenti: cooperativa prettamente femminile, lavora in un terreno sequestrato alla mafia e, come racconta la responsabile Anna Maria Bavaro, lotta ogni giorno contro la concorrenza, il tempo (per alcune coltivazioni non sono ancora sufficienti gli anni passati per arrivare ad un raccolto soddisfacente) e naturalmente la mafia. La responsabile del lavoro sul campo, Angela, è una sorta di saggia tutrice delle giovani che arrivano senza esperienza e devono imparare, e dalle sue parole traspaiono fiducia e orgoglio.

'Paterna', diversamente dai capitoli precedenti, si concentra sull’esperienza di un solo uomo, Moreno, che nel 1979 esce dall'ospedale psichiatrico e viene introdotto nelle ore diurne a lavorare in una azienda agricola. Dopo tanti anni il successo di questo ‘esperimento’ sottolinea le potenzialità di questo tipo di scelte.

02/06/2016, 09:30

Sara Galignano