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MONS 2016 - Il cinema italiano d’oggi al
Festival International du Film d’Amour


MONS 2016 - Il cinema italiano d’oggi al Festival International  du Film d’Amour
Sei lungometraggi e tre rappresentanti della cinematografia italiana sono presenti alla 32. edizione del Festival International du Film d’Amour di Mons. Il regista Daniele Luchetti ( Il portaborse e Chiamatemi Francesco) e l’attrice di teatro e di cinema Vanessa Scalera nella giuria internazionale, l’operatrice culturale e promotrice del cinema italiano a Bruxelles Mariella Braccialini, nella giuria Cinéfemme.

Cinque dei sei film (Io e lei di Maria Sole Tognazzi, Il nome del figlio di Francesca Archibugi, Arianna di Carlo Lavagna, Per amor vostro di Giuseppe M.Gaudino, Se Dio vuole di Eduardo Falcone ) portano allo schermo uno spaccato della società italiana d’oggi. Il sesto, Il racconto dei racconti di Matteo Garrone, già presentato con successo all’ultima edizione del Festival di Cannes permette allo spettatore di scoprire il mondo favolistico di Gianbattista Basile.

Il film del regista romano Matteo Garrone e quello del napoletano Giuseppe M. Gaudino, presentano affinità di linguaggio filmico-narrativo. Entrambi raffigurano la realtà in modo onirico e surreale. Ma, mentre Garrone lo fa in modo barocco, Gaudino intreccia realismo e surreale in modo sequenziale e cambiamenti continui di stili a livello delle immagini.

L’interpretazione magistrale di Valeria Golino, che le è valsa la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile, porta il lungometraggio, dandogli la dimensione umana e patetica che ne fa un grande film. Il personaggio di Anna Ruotolo nelle sue numerose sfaccettature richiama alla memoria Anna Magnani, ma anche la rassegnata e dolente Sofia Loren di Una giornata particolare. Per le tristi vicende della vita Anna che da bambina coraggiosa e intraprendente è diventata “ignava” e la sua esistenza da adulta è un groviglio di problemi irrisolti: i suoi e quelli della sua famiglia. La sua vita grigia da marionetta, disposta ad aiutare, anche troppo, gli altri, potrebbe e diventare normale quando inizia a lavorare come gobbista in una fiction di una televisione locale… Per Amor vostro è ambientato nella Napoli del degrado ambientale e morale, dove solo il mare, visto da lontano conserva i colori dell’ottimismo.

Il Racconto dei racconti, opus di circa due ore è l’incontro di due fantasie, di due creatività: quella dello scrittore seicentesco campano di Giugliano (Campania), che in un dialetto corposo turgido e lessicalmente sovrabbondante ha narrato e fatto vivere in modo favolistico e barocco il mondo parallelo popolato di streghe, mostri, orchi, saltimbanchi e anche di re e regine di “C’era una volta” e quella del regista di “Reality” che servendosi di una lingua depurata e comprensibile a tutte le platee, e soprattutto immagini fastose e lussureggianti ha tradotto Basile rendendolo accessibile a tutti. Lo cunto de li cunti ovvero lo tratteniemento de peccerille fu pubblicato a Napoli dal 1634 a 1636 dal geniale scrittore campano capostipite dei più famosi narratori di fiabe da Perrault ai Grimm, da Andersen, a Tolkien e alla saga di Harry Potter. Basile con la sua raccolta di fiabe, che restituiscono perfettamente le intonazioni orali di un dialetto ancestrale rese popolare il genere favolistico. Garrone con il suo film lo ha rivalorizzato e reso attuale.
Scegliendo tre storie tra le 50 fiabe del Pentamerone che hanno come protagoniste tre figure femminili( La cerva fatata, La pulce, La vecchia scorticata), Matteo Garrone mette in piedi un fantasmagorico circo fatto di immagini suggestive e significati nascosti per riflettere in maniera, intensa e potente sulla natura ambigua e spesso inverosimile dell’amore. Le storie sono narrate singolarmente ma sono come collegate da un filo invisibile che permette al regista di riproporre temi a lui cari, quali la trasformazione del corpo, la smania per la giovinezza e la bellezza servendosi degli archetipi di ogni favola che si rispetti e di un linguaggio visivo tipico del fantasy con incursioni nell’horror, che questa volta sottrae invece di aggiungere, permettendo a chi osserva di sentirsi costantemente parte del racconto.
Con Lu Cunto de li cunti, definito dal regista un film spericolato, Matteo Garrone ci dà uno spettacolo ardimentoso e coinvolgente che prendendo spunto da situazioni fiabesche ci riconduce alla solitudine e fragilità dell’essere umano, ma anche alla speranza di un’esistenza migliore. L’ammaliante colonna sonora è di Alexandre Desplat e la stupefacente fotografia di Peter Suschitzky .

25/02/2016, 08:05

Augusto Orsi