SOUNDTRACK - Quando la gelosia diventa ossessione
“Questo film nasce dal desiderio di raccontare quanto sia difficile conoscere quello che succede nell’animo di coloro che ci vivono accanto. Quanto sembri a volte impossibile parlare, anche con la persona che ami. Quanto sia difficile riconoscere le proprie fragilità. Come accade al protagonista maschile del mio film”. Francesca Marra si cimenta con il genere del thriller psicologico a sfondo erotico, che in Italia non si fa molto.
In "
Soundtrack, Ti spio ti guardo ti ascolto", nei cinema dal 25 giugno, Paolo, (
Vincenzo Amato), tecnico del suono, e Linda (
Andrea Osvart), un’attrice emergente, si trasferiscono in un piccolo paese, dove lei inizia le prove di uno spettacolo teatrale incentrato su un rapporto di coppia ambiguo e morboso. Col passare dei giorni il confine tra realtà e immaginazione diventa sempre più sottile e Paolo si scopre geloso di Linda fino ad esserne ossessionato. Così cerca di manipolarla, di portarla a commettere delle azioni che lei non commetterebbe.
“È facile oltrepassare il cosiddetto limite della normalità senza neanche accorgersene, e all’improvviso entrare nella follia”. Per il suo primo lungometraggio per il cinema,
Francesca Marra, per anni aiuto regista di
Enrico Oldoini sia per il grande che per il piccolo schermo, indaga una dei più comuni e angoscianti sentimenti umani, la gelosia, un tormento al quale chi ne afflitto non può sfuggire. Ed è per questo che Paolo non si rende conto, se non quando è troppo tardi, dello strazio che sta causa a se stesso e alla persona che crede di amare”, continua Francesca.
Da secoli la storia, l’arte e la letteratura raccontano storie esemplari di gelosia. Persino il saggio Salomone nel Cantico dei Cantici definì “la gelosia dura come l'inferno”, mentre per lo scrittore francese Marcel Proust crediamo di sapere quel che pensano le persone, per la semplice ragione che non ce ne preoccupiamo. Ma non appena abbiamo il desiderio di sapere, come chi è geloso, allora tutto si trasforma in un vertiginoso caleidoscopio, in cui non distinguiamo più nulla.
Per Marra la gelosia nel momento in cui diventa possessione è capace di distruggere un’intera vita. E realizza un film che per la scrittura delicata, la regia curata nei particolari più minimi, e il sofisticato disegno dei personaggi, merita di essere visto. Perché se la trama può sembrare scontata, la regista è abile nel tratteggiare l’asfissiante atmosfera di una coppia imprigionata nelle maglie dell'incomunicabilità. Quel vuoto insidioso e piene di rinunce che quando guadagna spazio assume forme pericolose. E che vorremmo rimanessero confinate sullo schermo.
23/06/2015, 07:50
Monica Straniero