Luca Argentero e Raoul Bova sono "Fratelli Unici"
"Scrivere questo film è stato come scrivere una serie tv" questa frase di
Elena Bucaccio in conferenza stampa descrive al meglio il carattere e la forma di "
Fratelli Unici". Una fiction per canali in chiaro dove il racconto e l'analisi sulla famiglia italiana più che retorico è tagliato con l'accetta. Buono. E se cattivo, bello che diventerà buono.
Un film preparato in una decina di giorni da
Alessio Maria Federici che lo ha diretto senza infamia e senza lode. Belli e professionali gli attori, in scena a briglia sciolta nel dover interpretare personaggi senza un minimo di carattere, di credibilità e di personalità.
Tutti si muovono in un improbabile già visto, con amnesie che risvegliano sentimenti morti e sepolti, relazioni mai avviate e buoni sentimenti da favoletta di natale.
Se moglie e marito si lasciano, ci sarà stato un motivo. Ora non per forza, dopo cinque anni dovranno rimettersi insieme con l'unica figlia che soffre ancora per la separazione. Fatevene una ragione, "la ggente divorziano!". E continua a vivere bene, si rifà una vita felice, non sta come gli adolescenti sempre a pensare al vecchio amore e alla possibilità di tornare insieme. Questo ricerca di moralità, di famiglia unita e di sani principi è quanto di più lontano dalla fotografia della società civile italiana e occidentale di oggi si possa proporre; per cortesia risparmiatecela.
Come detto, tutti belli gli attori
Bova e Argentero, con
Carolina Crescentini forse un po' vittima delle vacanze natalizie appena trascorse (il film è stato girato dal 10 gennaio) e
Miriam Leone che risplende come il sole riuscendo con sola presenza ad attirare lo sguardo dello spettatore come solo bambini e animali riescono a fare.
01/10/2014, 15:52
Stefano Amadio