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CI VORREBBE UN MIRACOLO - Al Bovino ISFF


Estensione di un corto finanziato dal Mibact, il film di Davide Minnella viaggia tra documentario e finzione descrivendo un grave problema ambientale del nostro mare.


CI VORREBBE UN MIRACOLO - Al Bovino ISFF
Elena Di Cioccio e Gianluca Sportelli in "Ci Vorrebbe un Miracolo" di D. Minnella
Dopo Giffoni una presentazione al Bovino Film Festival per il film d'esordio di Davide Minnella che si impegna a trovare una chiave diversa e più leggera per parlare di un grave problema ambientale, la crisi della pesca nel basso adriatico nei suoi molteplici aspetti.

Costruito come un racconto personale, tra realismo e documentario, Ci vorrebbe un Miracolo vede protagonista Elena Di Cioccio nei panni di se stessa o meglio in quelli di lei in versione reporter televisiva, quasi costretta dal cugino, Gianluca Sportelli, appena ritrovato, dopo anni, con tutta la famiglia in un paese della costa pugliese, ad affrontare un'inchiesta sulla profonda crisi che colpisce il mare della zona.

Tra interviste vere e personaggi completamente finti, attori professionisti e gente presa dalla strada, la storia finisce per raccontare un evento miracoloso che potrebbe risolvere in qualche modo la situazione. La tv è molto presente, con brani di tg, servizi e interviste "vox populi" che provano a conferire al film uno stile più digeribile dei soliti documentari ambientali o comunque meno drammatico del tema trattato senza però venir meno alla denuncia.

Elena Di Cioccio è brava e non cade nell'errore di esagerare interpretando se stessa, mentre Gianluca Sportelli è una novità positiva tra Paolo Kessisoglu e Spike Lee. Buono il lavoro di regia di Minnella che riesce a girare in maniera ricca e articolata senza troppi mezzi, dando una grossa mano al montatore e riuscendo a dirigere in maniera credibile (anche qui con l'aiuto del montaggio) gli interpreti finti dei vari personaggi del film.

23/08/2014, 10:31

Stefano Amadio