Affascina lo sguardo di
Roberto Minervini sui soggetti che decide di raccontare. A metà strada tra il documentario e la finzione, con "
Stop the pounding heart" il regista riesce a coinvolgere i protagonisti/attori in una rappresentazione di sé regalando al film contemporaneamente la complessità di una trama e l'approfondimento dato dalla vita reale.
Sara Carlson è la primogenita di dodici fratelli. La sua famiglia vive in Texas seguendo i dettami religiosi che i genitori trasmettono quotidianamente ai figli (educati in casa); allevano capre e vendono i prodotti derivati dal loro latte. Fin dalle prime immagini è il legame con la natura e gli animali che cattura, la totale immersione e condivisione, la semplicità dei gesti che, seppur nella evidente ripetizione, non perdono mai di significato. La camera riprende con attenzione al particolare e al ritmo di ciò che accade, mantenendo la massima obiettività anche quando si avvicina ai soggetti (lunghi primi piani di Sara, alla ricerca dei suoi pensieri) e ascolta le loro riflessioni ("la donna è stata creata per aiutare l'uomo, che le è naturalmente superiore").
Colby Trichell è un giovane, e gentile, appassionato di
bull rider. Con la sua famiglia lo vediamo allenarsi, partecipare ai rodei,
tirare al piattello.
È l'incontro con Colby che mette in crisi Sara, e il suo tentativo di conciliare i propri sentimenti, l'attrazione per lui, con l'educazione religiosa che non le consente di amare se non l'uomo che sposerà, attraversa tutto il film con sempre maggiore intensità, fino a raggiungere la soluzione in un dialogo consolatorio con la madre (ignara del vero motivo della crisi) che le dice di "fermare il cuore che batte all'impazzata" ("stop the pounding heart"). È dunque con semplicità che si chiude questa storia, con la sensazione che l'amorevole universo creato da questa famiglia abbia delle precise regole che i propri membri seguono naturalmente, quasi senza sforzo, perchè il loro credo dà un senso ad ogni cosa.
Bellissime le due scene in cui Sara e le sue sorelle si vestono con costumi d'epoca permettendoci di percepire con chiarezza quanto sia naturale per loro questo modo di vivere che a noi sembra vernire dal passato.
01/12/2013, 12:18
Sara Galignano