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A Pesaro aperto il focus su Sebastian Lelio


A Pesaro aperto il focus su Sebastian Lelio
La seconda giornata della 49. Edizione della Mostra del Nuovo Cinema di Pesaro ha visto la proiezione di due importanti pellicole all’interno della retrospettiva sul "Nuovissimo cinema cileno" che segna anche l’apertura del focus su Sebastian Lelio.

Il protagonista odierno è anche l’unico autore “non giovane” della selezione, ma testimone imprescindibile dei cambiamenti del Cile sin dagli anni settanta, quando ha documentato con passione militante la dittatura di Pinochet nella serie in tre opere "La batalla de Chile" (1975-75-79). Patricio Guzman è uno dei più apprezzati documentaristi internazionali, avendo presentato i suoi lavori in tutto il mondo inclusi Berlino, Toronto, Mosca e Cannes, da dove arriva anche "Nostalgia de la luz", proiettato nel pomeriggio al Teatro Sperimentale e vincitore nel 2010 del premio per il miglior documentario agli European Film Awards e del primo premio allo storico festival giapponese di documentari a Yamagata. "Nostalgia de la luz" è ambientato nello sconfinato deserto di Atacama dove un gruppo di astronomi scruta costantemente il cielo, ma è anche il luogo dove il regime di Pinochet gettava i resti dei desaparecidos, un tema che il regista dimostra faccia parte di un rimosso collettivo nel Cile contemporaneo. Lo sguardo della cinepresa e la voce narrante dello stesso Guzman guidano lo spettatore in un viaggio esistenziale nella memoria, ma anche nell’infinito delle stelle, producendo uno dei suoi lavori più lirici e sinceramente commoventi.

Oggi è stato inaugurato anche il focus su Sebastian Lelio, all’interno della retrospettiva sul "Nuovissimo cinema cileno", con la proiezione del lungometraggio d’esordio del regista non ancora quarantenne, tra le figure più prominenti e interessanti del panorama sudamericano contemporaneo. Lelio, regista, sceneggiatore e montatore, si è diplomato all’Escuela de Cine in Cile e ha diretto vari cortometraggi ("Cuatro", 1996; "Ciudad de maravillas", 2001; "Carga vital", 2003) e documentari ("Cero", 2003; "Mi mundo privado", 2004). "La sagrada famiglia", vincitore di numerosi premi in festival internazionali come Austin e Tolosa, è stato realizzato nel 2005, all’alba di quello che sarebbe poi stato definito il nuovissimo cinema cileno, protagonista della retrospettiva di quest’anno. Come il successivo "Navidad", il film è ambientato durante una festività, la Pasqua in questo caso, durante la quale una normale famiglia borghese si riunisce per il pranzo rituale. Come nel Teorema pasoliniano, l’arrivo della ragazza del primogenito sconvolge gli equilibri familiari, portando a galla tensioni sessuali e crisi latenti. Lelio per il suo primo lungometraggio fa largo uso della camera a mano e di primi e primissimi piani, conferendo al film un’estetica viscerale, accompagnata da un forte humor nero.

25/06/2013, 17:00