Sara Serraiocco in "Salvo"
Un amore impossibile che nasce dalla violenza e che finirà nella violenza. Uno spietato killer della mafia,
Salvo, e una ragazza non vedente, sorella di una delle vittime; un incontro forzato che fa scoccare una scintilla capace di ridare la vista a lei e di redimere lui.
Come ne "
L'Intervallo" di
Di Costanzo, i sentimenti non sono per la manovalanza del crimine e dunque soltanto da un incontro forzato, nel quale si riconoscono le debolezze proprie e dell'altro, si avrà l'opportunità di trovare qualcosa che può cambiare la vita. "
Salvo" ricorda anche "
Ghost Dog" di
Jim Jarmusch con il killer che si trova una presenza imprevista, con cui fare i conti, nel luogo della sua azione.
Fabio Grassadonia e Antonio Piazza incassano due premi a Cannes e si presentano ora al pubblico italiano con questo film asciutto e con pochissimi dialoghi. "
Salvo" comincia in una Sicilia deserta, completamente in mano alla malavita, con una scena d'azione che da anni non si vedeva in un film italiano e che fa decollare immediatamente la storia. Poi qualche lentezza descrittiva di troppo e alcune altre scene d'azione descritte fuori campo solo con l'audio, veicolano il film sulle sensazioni e i sentimenti del protagonista e della sua vittima dagli occhi magici. Attraverso una realtà di benessere economico raggiunto con ogni mezzo e di miseria culturale forse impossibile da superare.
"
Salvo" è decisamente un esperimento riuscito, anche se avrebbe fatto bene al film mostrare più scene d'azione come quella iniziale, utili ad arricchire cinematograficamente la già indovinata linea sentimentale e della redenzione.
Buone le prove dei due attori principali,
Saleh Bakri (Salvo) rigido e chiuso come il vero killer professionista e
Sara Serraiocco (Rita) brava e credibile quando torna a vedere e riconosce un mondo che probabilmente avrebbe preferito non ci fosse.
25/06/2013, 09:45
Stefano Amadio