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CHA CHA CHA - Marco Risi torna al cinema di genere


Il regista milanese mette in scena un noir ambientato in una Roma dominata dagli intrecci di potere, dai ricatti e dalle intercettazioni ambientali. Protagonista Luca Argentero, nei panni di un detective privato sulle tracce del mandante dell'omicidio di un ragazzino. Il film uscirà nelle sale il 20 giugno dopo l'anteprima al TaorminaFilmFest.


CHA CHA CHA - Marco Risi torna al cinema di genere
Claudio Amandola e Luca Argentero
Nel corso di una festa di carnevale, sulla terrazza di un borghese attico romano, Shel Shapiro canta "Ma che colpa abbiamo noi".
Oltre alle rughe, il trucco da pirata non riesce a nascondere un senso di malinconia, la consapevolezza che della "bella società fondata sulla libertà" auspicata negli anni '60, non sia rimasto un bel niente, e che dietro ad ogni maschera dei presenti apparentemente spensierati, si celano profondi segreti e interessi.

In una Roma notturna, fatta di intrecci di potere, di polizia corrotta, di servizi segreti e continui ricatti, Marco Risi ambienta il suo "Cha Cha Cha", che uscirà nelle sale il 20 giugno, dopo l'anteprima alla 59esima edizione del TaorminaFilmFest.

Costruito secondo i canoni del noir classico, il film vede protagonista Luca Argentero, nei panni di Corso, un detective assoldato da una dark lady, Eva Herzigova, con il compito di portare avanti un'indagine sul figlio che da qualche tempo non sembra più lo stesso. Ma per Corso le cose iniziano a complicarsi quando il ragazzo rimane vittima di un incidente automobilistico che sembra essere stato architettato da qualcuno.

Il regista strizza l'occhio a certo cinema di genere, mescolando il noir all'action movie e disegnando il suo protagonista sul modello degli eroi tosti e solitari nati dalla penna di Raymond Chandler o Dashiell Hammett.

"Cha Cha Cha" sembra procedere su due binari paralleli, quello dell'indagine poliziesca e quello dell'accusa ad uno Stato capace di tutto, ma se nel primo caso la sceneggiatura sembra funzionare, nel secondo sembra un pò più deboluccia, distante da certo cinema di denuncia cui Risi ha saputo abituare in passato lo spettatore.

Ricco di citazioni, che a volte sfiorano la scopiazzatura, il film funziona anche grazie ad una serie di personaggi secondari ben tratteggiati, uno su tutti l'avvocato Argento, Pippo Delbono, sapientemente calibrato in una recitazione asciutta e volutamente fastidiosa.

13/06/2013, 17:49

Antonio Capellupo