LA BOTTEGA DEI SUICIDI - Dal 28 nelle sale


L'angolo Straniero dedicato al cinema non italiano. Un cartone francese di Patrice Laconte che scherza sul tema del suicidio per esorcizzarlo.


LA BOTTEGA DEI SUICIDI - Dal 28 nelle sale
Contro la crisi e il carovita scegli una dolce dipartita”, è questo il motto della famiglia Tuvache nell’esordio all’animazione del regista e sceneggiatore francese, Patrice Leconte. La bottega dei suicidi”, macabra versione di una farmacia tradizionale, specializzata nel fornire tutto quello che serve per farla finita, è un adattamento dell’esilarante racconto di Jean Teulé, dove la piccola impresa della famiglia Tuvache prospera nella tristezza di una cittadina grigia e depressa. Fino al giorno in cui la nascita di Alan non minaccerà gli affari di famiglia, il bambino è infatti inspiegabilmente felice e con tanta gioia di vivere.
Un cartone animato per adulti che rasenta i risvolti oscuri del più inquietante humor nero, dove la narrazione si districa tra battute sferzanti, “la tua vita è andata in malora? Permettici di rendere la tua morte un successo”, troppi riferimenti tragici alla “morte volontaria” e canzoni dark interminabili. E così con il garbo retrò delle animazioni ad acquarello, Leconte si prende la libertà di scherzare su una società ossessionata dal suicidio e dove tutti sembrano vittime dell’omologazione e dell’ipocrisia. Ma essere liberi significa respingere il ricatto del conformismo ideologico, ed è questo che cerca di fare il piccolo Alan.
“Ho voluto fare un film sovversivo e scorretto, ma la mia intenzione non è mai stata quella di spingere la gente al suicidio, e quindi sono sorpreso del divieto ai minori di diciotto anni che la censura italiana aveva inizialmente imposto al film, sono felice di apprendere che sia stato rimosso”, dichiara il regista.
In sala dal 28 dicembre, la parabola idealista di Leconte si sottrare alla censura italiana ma non alla retorica stantia sul sistema e le sue regole, per spegnersi comunque nella seconda parte del film, quando lentamente la città torna a vivere, come se la felicità non avesse niente di interessante da dire.

25/12/2012, 09:00

Monica Straniero