Una cosa è certa: quando si legge il nome
Carlo Cresto Dina tra i produttori di un esordio alla regia di un lungometraggio, il consiglio è: cercate un posto in sala. Dopo il folgorante "Corpo celeste", anche
"L'intervallo" di Leonardo Di Costanzo si prospetta come un titolo da ricordare.
E' la semplice storia di due ragazzi costretti a convivere in un edificio abbandonato in attesa dell'arrivo di un boss. Lui, Salvatore, ha 17 anni, è grande e grosso ma ha un animo buono. Vende granite agli angoli di strada, ma si vede sequestrare il carretto e costretto a fare la guardia a
Veronica, 15enne sfrontata colpevole di un non svelato 'sgarro'.
Terzo protagonista della storia è sicuramente il collegio abbandonato in cui devono passare la giornata, luogo decadente ma capace - con i suoi angoli segreti e passaggi quasi misteriosi - di trasformarsi in una sorta di eden privato per i due ragazzi, che dopo le diffidenze (reciproche) iniziali arriveranno a fidarsi l'uno dell'altra.
Co-sceneggiato dal regista insieme a Mariangela Barbanente e Maurizio Braucci, "L'intervallo" ha tra i suoi punti di forza
la sincerità e la credibilità dei dialoghi, e ovviamente la scelta curatissima dei suoi due attori principali, i giovani Francesca Riso e Salvatore Ruocco, perfetti nel ruolo e ottimamente "integrati".
Dopo apprezzati documentari, Di Costanzo arriva con la giusta maturità a un lavoro che - nonostante l'apparente marginalità rispetto al tema della criminalità organizzata - dice molto più di tanti altri sull'argomento.
Un film da attendere in sala, esce il 5 settembre, e da consigliare caldamente.
04/09/2012, 11:10
Carlo Griseri