La musica ha sempre rivestito un ruolo molto importante nella carriera di Luca Pastore, apprezzato regista di videoclip, lui stesso musicista nonché autore di almeno due documentari fortemente musicali, "I dischi del sole" e "Surfin' Torino".
Questo suo ultimo lavoro,
"Freakbeat", ha nel titolo la sintesi di tutto il progetto: il beat come mito di riferimento, non solo un genere musicale a cavallo tra anni '60 e anni '70 con gruppi come l'Equipe 84 e i Nomadi ma anche uno stile di vita e di pensiero;
e Roberto "Freak" Antoni - storico leader degli Skiantos - come guida per lo spettatore in un viaggio alla ricerca di un mitico (e forse mai esistito) nastro di una jam session tra il gruppo di Maurizio Vandelli e il grande Jimi Hendrix.
A metà strada (o forse no) tra mockumentary e fiction, tra montaggio di repertorio e indagine sociologico-musicale
, "Freakbeat" è un percorso divertente e stralunato attraverso grandi successi indimenticabili (sono tanti i brani che si ascoltano nella colonna sonora-juke box, da "29 Settembre" a "Sono un ragazzo di strada"),
perfetto palcoscenico per il talento di Antoni. "Sono un intellettuale demenziale, sono un ossimoro", spiega alla figlia Margherita (vera? finta?) che lo accompagna nel viaggio.
Un documentario dal montaggio curato e dalla fotografia ricercata, con un continuo gioco di specchi e di alternanza tra il bianco e nero e i colori psichedelici di quegli anni. "Freakbeat" è anche l'occasione per fare un cenno allo stato della musica oggi in Italia, con il triste e sconsolato percorso nelle vecchie "rivendite" di dischi ora trasformate in negozi di varia natura.
Un viaggio che scorre piacevole fino alla rivelazione finale (che non sveliamo), e che fa dire allo spettatore sui titoli di coda, ricalcando una battuta di Antoni tra le più divertenti,
"Grazie San Beat!".
26/11/2011, 21:35
Carlo Griseri