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TEHO TEARDO "Scegliere i brani è stata dura"


Dal 21 novembre sarà nei negozi "Teho Teardo - Music, film, Music", album che raccoglie una selezione di pezzi tratti dalle sue più importanti colonne sonore.


TEHO TEARDO
Ha collaborato con gli autori più interessanti del panorama cinematografico italiano contemporaneo, firmando colonne sonore che sono già entrate nella storia.

Tra i titoli a cui Teho Teardo ha "donato" la propria musica negli ultimi dieci anni, spiccano "Il divo" e "L'amico di famiglia" di Paolo Sorrentino, "La ragazza del lago" e "Il gioiellino" di Andrea Molaioli, "Lavorare con lentezza" di Guido Chiesa e "Il passato è una terra straniera" di Daniele Vicari.

Le soundtracks di questi e molti altri film sono raccolte nell'album "Teho Teardo - Music, film, Music", in commercio a partire dal 21 novembre.
L'autore ce lo presenta in anteprima.

Deve essere stata dura mettere mano a così tanto materiale musicale. In base a quale criterio hai affrontato la selezione dei pezzi?
I brani del disco comprendono un arco temporale di una decina di anni e fa un certo effetto vedere tutto questo tempo che ti scorre velocemente tra le mani nella forma dei brani, come se rivedessi e riascoltassi una buona porzione della tua vita.
Scegliere è stato difficile perché il materiale a disposizione era davvero tantissimo ma ho cercato la forma di un album perché di un disco si tratta e vorrei venisse percepito come un album di musica, indipendentemente dai film anche se i brani ricondurranno ai singoli film.

Hai lavorato per numerosi film di successo, ma per la copertina hai scelto "Il Divo". Il più importante o quello che hai amato di più?
Ho scelto quella foto, come pure le altre nell'interno della copertina, perché ritraggono persone di schiena, volevo evitare di utilizzare volti di attori noti, mi attirava di più il loro mondo e nelle immagini in cui compaiono di schiena mi pare fosse maggiormente evidente l'universo che li circonda più che l'attore in sè. In quei film la mia musica ripercorre universi emozionali che circondano i personaggi nei luoghi in cui si muovono le storie.

Sulla copertina si legge una nota di Morricone, un grande della musica da cui però ti distacchi molto nello stile. Cosa cerchi di far tuo dalla lezione dei maestri?
Sono estremamente onorato che il Maestro Morricone abbia deciso di scrivere le note di copertina, è un gesto che solitamente non compie e questo mi rende ancor più felice.
Lo stile è qualcosa di assolutamente individuale, non si può adottare quello di qualcun altro, sarebbe come vivere la vita degli altri ed io voglio vivere la mia continuando a sondarla, cercando sempre nuovi equilibri, non mi interessa attraversare il percorso altrui, anche se si tratta di grandi maestri. Mi viene in mente quella frase di Pasolini in cui ricordava che i maestri andrebbero mangiati. Mi piace come metafora che prevede un riferimento al lavoro altrui ma che dopo esser stato fagocitato comporta obbligatoriamente una rielaborazione che non può più riferirsi al modello di riferimento ma che deve essere personale.

La raccolta arriva a segnare uno stacco verso nuove sperimentazioni e nuovi stimoli o è solo un regalo che hai voluto fare agli amanti del cinema e della buona musica?
Ogni film in sè è uno stacco rispetto a quanto realizzato precedentemente, per me è necessario e credo che ascoltando questo album sia evidente che si tratta di un percorso piuttosto che di una sosta eterna nello stesso luogo. La musica offre moltissimi spunti per esser reinventata e nel rapporto con le immagini gli stimoli a rimettere tutto in discussione sono tali che rinunciare mi parrebbe uno spreco.
Questo disco fa il punto di una parte del mio percorso, ora mi sento già altrove proprio perché son passato di lì.

Per concludere, hai fra le mani qualche nuovo film?
Sto lavorando a "Diaz, non pulire questo sangue", il nuovo film di Daniele Vicari sui cruenti fatti di Genova. Un fim molto complesso dal punto di vista musicale e per il quale mi avvarrò della collaborazione dello straordinario Balanescu Quartet per gli archi.

Gli approfondimenti sulla carriera di Teardo sono disponibili sul sito ufficiale www.tehoteardo.com.

16/11/2011, 07:00

Antonio Capellupo