Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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"I soliti idioti" approdano sul grande schermo


Dopo il successo ottenuto con le tre stagioni televisive della sketch commedy su MTV, un tour teatrale, e un numero spaventoso di visualizzazioni su YouTube, arriva nelle sale "I soliti idioti", diretto da Enrico Lando, e interpretato dall'inossidabile coppia formata da Francesco Mandelli e Fabrizio Biggio. Prodotto da Pietro Valsecchi per Taodue Film, il lungometraggio esce nelle sale con Medusa con 550 copie.


Più che un film costruito sull'ormai noto “dai cazzo!”, un film fatto un po' a ...
Dopo tre stagioni televisive della sketch comedy, un tour teatrale, e un numero spaventoso di visualizzazioni su YouTube, arriva nelle sale "I soliti idioti", diretto da Enrico Lando, già regista della serie, e interpretato dall'inossidabile coppia formata da Francesco Mandelli e Fabrizio Biggio.

Gli amanti del serial, capace in quattro anni di diventare un fenomeno mediatico incontrollabile, ritroveranno sul grande schermo loro beniamini come la postina Gisella e Sebastiano, la coppia di omosessuali, gli amanti in crisi, ma soprattutto padre e figlio De Ceglie. Dove c'è gusto, si sa, non c'è perdenza, ma un film non è mai prodotto per una nicchia e proprio per questo è interessante immaginare la reazione degli spettatori che di questo "carosello" di personaggi non ne hanno mai sentito parlare.

Più demenziale del facile slapstick (riesce ancora a far ridere la portella dell'auto che aprendosi fa cadere un ciclista di passaggio?) e delle battute infarcite di una volgarità ormai di moda, è la sceneggiatura, scritta, spesso sulla stessa scena, dagli attori principali e da Martino Ferro. Il desiderio di voler fare il film ha vinto sul come realizzarlo, e per incollare tra loro sketch di stampo televisivo, funzionali in un breve lasso di tempo ma noiosi nei quasi cento minuti, gli autori ricorrono all'escamotage del viaggio, sempre utile quando scarseggiano le idee per la narrazione.

L'ambizione di Mandelli e Biggio è di raccontare i vizi dell'Italia nella mostruosità del quotidiano, ma le loro maschere seppur ben costruite, vengono uccise dal carattere ripetitivo di ciò che dicono (un "dai cazzo!" può piacere così tanto da non irritare anche dopo la ventesima volta?).

Il numero di copie con cui uscirà è di 550, una vera e propria invasione, degna del più "gustoso" cine-panettone, che per molti aspetti non gli è poi così differente.

06/11/2011, 07:00

Antonio Capellupo