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FESTIVAL DI ROMA Arnoldo Foà e il suo Teatro a Extra


Nella sezione Off-Doc un docu-film dedicato alla cultura italiana rappresentata da Foà, protagonista del Teatro Italiano del ‘900


FESTIVAL DI ROMA  Arnoldo Foà e il suo Teatro a Extra
Arnoldo Foà
"Io sono il Teatro. Arnaldo Foà raccontato da Foà" è un film-documentario di Cosimo Damiano Damato che apre la sezione Off-Doc, lo spazio di ricerca e di frontiera della sezione L’Altro Cinema| Extra del Festival di Roma.

E’ un viaggio artistico, personale, umano, che, nell’anniversario dei 150 anni dell’Unità d’Italia, vuole celebrare, come precisato dal regista durante la presentazione del film alla Casa del Cinema, l’Italia fatta dalla cultura, attraverso il Foà, uomo, attore, regista, commediografo, e rendergli un ringraziamento per quello che ha rappresentato e svolto per la cultura italiana raccontando la visione del mondo di un grande artista, ironico, impegnato e poetico.

Prodotto da Promo Music Cinema in collaborazione con Cinecittà Luce, il racconto, che ha Foà come unico protagonista, alterna immagini di spettacoli teatrali giovanili in bianco e nero a commenti, aneddoti, riflessioni di un Foà anziano mentre, seduto sulla poltrona di casa, fuma la pipa, alla maniera dei nazionali Pertini e Bearzot, e interpreta le liriche di Giacomo Leopardi e Pablo Neruda.
L'attore, in cinquantaquattro minuti, traccia un bilancio della sua esperienza artistica e personale iniziata all’età di quattordici anni e costellata dalle umiliazioni ricevute dopo la promulgazione delle leggi razziali. Come quando per l’appartenenza alla razza ebraica fu buttato fuori dal set di "Le notti di Lucrezia" e costretto poi a lavorare sotto falso nome. Fino alle soddisfazioni personali, quando la conquista della notorietà gli consentiva di fotografare le belle ragazze brune, dal piacere di lavorare con Aldo Fabrizi, meraviglioso per la sua semplicità, dalla partecipazione alle proteste degli attori italiani per l’abuso del doppiaggio e l’eccessivo reclutamento degli attori stranieri, dall’amore mai celato per Ferrara, città così familiare e fraterna, e dal suo personale accostamento ad Ariosto per la capacità di saper fingere i sentimenti.

Senza dire nulla di troppo, come faceva durante i suoi spettacoli teatrali, un Arnoldo, sempre sarcastico e ironico, accoglie e saluta il pubblico in sala con un semplice buonasera, che però racchiude una pienezza di sentimenti.
Il teatro, infatti, è una cosa seria: è un’espressione di vita che non potrà essere distrutto e ci sarà sempre. E’ questo il messaggio trasmesso dal maestro.

01/11/2011, 09:23

Alessandra Alfonsi