Claudia Pandolfi e Filippo Timi
Delusione dal secondo film italiano in concorso.
"Quando la Notte" di
Cristina Comencini è un film che corre su un'unica rotaia e che, anche se comincia (inspiegabilmente) dal pre-finale, non presenta alcuna traccia di sotto storia. Tutto ruota intorno ai due personaggi interpretati da
Claudia Pandolfi e
Filippo Timi, due figure tagliate con l'accetta e mono espressive dall'inizio alla fine. Tutto il resto esiste solo per spiegare il carattere e la situazione dei due che, dal primo sguardo, si capisce finiranno a letto (in un inutile finale).
Pandolfi non all'altezza di un ruolo complesso ma privo di svolte, alle prese con la difficoltà di essere madre e il solito bambino maltrattato, tema che torna alla Mostra dopo una settimana di pausa dedicata agli immigrati.
Timi, abbandonato insieme ai fratelli dalla madre all'età di 10 anni, è burbero, scontroso, forse violento, ma anche per lui il personaggio riserva poche sorprese su cui mostrare la propria abilità.
Il meraviglioso
Monte Rosa, tanto esaltato nella presentazione del film, è solo uno sfondo opaco e i grandi spazi diventano piccoli e inutili alle spalle dei discorsi e delle inquadrature intime e personali.
Il fiume in piena del pathos esonda involontariamente nel comico, suscitando le risate del pubblico in diverse occasioni.
Per
Cristina Comencini la difficoltà di fare la madre e di essere madre è un problema. Evidentemente di difficile soluzione. "
Quando la Notte", tratto da un suo romanzo, è un'ottima vetrina per affrontarlo.
Ma si spera che il cinema sia in grado di dare anche qualcosa che vada oltre i problemi da risolvere. Un film in Concorso, accanto a "Ides of March" di George Clooney, "Carnage" di Roman Polanski o "A Dangerous Method" di David Cronenberg, che non fa, a malincuore, fare una bella figura al nostro cinema.
07/09/2011, 12:14
Stefano Amadio