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Le confessioni di Giancarlo Giannini, professione "inventore"


Le confessioni di Giancarlo Giannini, professione
Giancarlo Giannini è stato il protagonista, ieri mattina, del (quinto) appuntamento con "L’atto creativo", laboratorio interdisciplinare ideato da Daniele Luchetti e realizzato dagli allievi del Centro Sperimentale di Cinematografia che curano la parte tecnica e produttiva, naturalmente ognuno nel proprio campo di specializzazione.

Giannini, titolare del corso di recitazione della Scuola Nazionale di Cinema, attore di teatro e cinema, regista, doppiatore, ma anche appassionato di elettronica (diplomato perito elettronico) e inventore di apparecchi elettronici che ha brevettato negli Stati Uniti.

Giannini racconta alla platea di giovani allievi della Scuola che diventa attore per errore: frequentava un corso di recitazione serale a Napoli con un amico, finiti gli studi di elettronica lo chiamano in Brasile per studiare i satelliti artificiali ma non può andare perché deve fare il servizio militare. Durante la visita scopre che può chiedere l’esonero e ottiene il congedo illimitato! Ha un anno libero e l’amico gli consiglia di entrare all’Accademia di Arte drammatica, lo prepara per l’esame, lo supera ed ottiene anche una borsa di studio di 40.000 lire al mese!

Decide di restare a Roma per un anno e provare a recitare. Scopre che si tratta di un bellissimo gioco. Tutto questo per dire che nel suo caso non si tratta di "fuoco sacro" ma che un po’ il destino e un po’ la fortuna lo hanno portato a scoprire che poteva fare l’attore.

Fortuna e fantasia infatti servono entrambe. "La creatività – dice Giannini - è invenzione, scoprire qualcosa di nuovo grazie ad un’intuizione, nasce dalla curiosità e dalla voglia di scoprire. Bisogna forzare e stimolare la fantasia nel gioco dell’attore: è meglio sbagliare piuttosto che seguire una convenzione prestabilita. Nel mestiere dell’attore bisogna cercare di recitare in modo diverso, nuovo, anche rischiando. Per esempio ridere quando tutti si aspettano che il tuo personaggio pianga. Bisogna intrigare lo spettatore perché è il pubblico che "recita" mentre assiste allo spettacolo ed entra nella storia".

L’elettronica lo ha aiutato a stimolare la fantasia e la creatività
: quando si apre un apparecchio elettronico e si vedono i circuiti complicatissimi bisogna attivare la fantasia per poter capire come funzionano i flussi della corrente. La stessa cosa si deve fare per entrare nel personaggio e capire le variazioni della sua personalità.

"Uso gli strumenti tecnici per pensare la dinamica del personaggio, leggo il copione e comincio a fare il diagramma sul personaggio poi lo metto da parte, in un altro momento lo riprendo, ritorno sulla stessa cosa, la modifico. Comincio a creare una forma disarmonica per poi arrivare all’armonia, la tua fantasia è il motore che aiuta la creatività". L’attore è un esecutore che con la sua fantasia è pronto ad improvvisare prendendo spunto dalla sensazione, dall’istinto; l’attore è il materiale plastico, è il movimento continuo.

"Non pensate di diventare quel personaggio – consiglia Giannini agli allievi che cercano di rubare segreti e consigli attraverso i gesti, le parole, le espressioni del volto - ma di raccontare la storia, è meno faticoso, più divertente. Non sarò mai “il personaggio”, ogni storia ogni regista vi parlerà in modo diverso, l’attore deve essere preparato all’imprevisto. Ecco la plasticità dell’attore. Oggi abbiamo perso l’inventiva, bisogna recuperare la voglia di ritrovare le proprie idee, la fantasia e la creatività tipica degli italiani".

14/06/2011, 09:21