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"Benvenuti al Sud": una commedia sull’incontro/scontro
tra nord e sud Italia


"Benvenuti al Sud" di Luca Miniero con Claudio Bisio, Alessandro Siani, Valentina Lodovini ed Angela Finocchiaro è una commedia divertente, scritta e diretta con mestiere. Forse non è troppo originale ed evita i rischi, ma è proprio questo quello che il pubblico richiede ad un’opera cinematografica di questo tipo.


"Benvenuti al Sud" è il quarto film per il cinema di Luca Miniero, ma il primo girato senza la collaborazione di Paolo Genovese.

Per parlare dell’opera cinematografica in oggetto è necessario individuare prima di tutto il contesto. "Benvenuti al Sud" è infatti una commedia confezionata per il grande pubblico, e da questo punto di vista si può definire piuttosto riuscita. E’ infatti un film girato con mestiere ed interpretato con professionalità, scritto e diretto con indubbia coerenza. Claudio Bisio è bravo e simpatico, non gli è difficile evitare di uscire dai canoni del personaggio tipico che è impegnato a regalare al suo pubblico. Alessandro Siani si rivela non più solo una promessa ma forse l’unico vero erede attuale del grande Massimo Troisi. Angela Finocchiaro si conferma un’indubbia professionista, Valentina Lodovini si mette alla prova in qualcosa di diverso e riesce a dimostrare così anche la sua versatilità.

I pregi del film confluiscono però nei suoi difetti, sempre se così si possono definire. La sceneggiatura di Massimo Gaudioso è infatti eccessivamente sopra le righe per non dire grottesca, prevedibile e troppo buonista, lo stile della regia di Miniero è piatto e senza eccessiva personalità. Ma sorge spontanea una domanda: cosa chiede il grande pubblico da una opera audiovisiva di questo tipo? Esattamente questo, e cioè la capacità di non pensare e di non stupirsi. "Benvenuti al Sud" ha infatti il difetto, o il pregio, di non proporre niente di nuovo ma di navigare su canoni consolidati e sicuri, senza nemmeno provare a rischiare qualcosa. Sorge spontaneo il dubbio durante la visione se si tratti davvero di cinema o solo di televisione. Ma dove si trova il confine? E soprattutto, cosa interessa allo spettatore che paga il biglietto per aspettarsi di vedere un film di questo tipo? "Benvenuti al Sud" diverte, soprattutto nel primo tempo, soprattutto quando il “gioco” dello script non è ancora abbastanza sfruttato. Questo è l’importante. Quanto conta quindi un discorso critico in questo caso? Poco o forse nulla, come per tanti film. I problemi, se davvero ci sono, vanno cercati altrove.

"Sin da quando ho accettato di dirigere il film ho cercato di rendere il più possibile italiana la storia di quello che era il prototipo, e cioè il film “Giù al nord”. Così “Benvenuti al Sud” mette al centro della narrazione il pregiudizio che c’è nella nostra società nei confronti del meridione, pregiudizio che soprattutto negli ultimi tempi è tipico della Lega Nord ma in realtà è molto più antico, era presente sul grande schermo già ai tempi di Totò. Non è un caso che il film renda omaggio ad esempio alla cultura di Edoardo De Filippo. Il mio sforzo è stato quello di inserire molta realtà per provocare le risate nel particolare contesto dell’oggi, cercando di non essere mai banale o volgare. Non si tratta infatti di un film sul Sud ma di un’opera cinematografica sull’Italia. Spero di essere riuscito a confezionare una commedia accurata ma anche popolare, e quindi con insito un tipo di umorismo basato su una struttura narrativa forte, non certo sulla singola battuta". ha dichiarato Luca Miniero, che poi ha aggiunto, "L’ispirazione arriva da una realtà napoletana post terremoto relativa all’epoca in cui la mia città, che è anche quella dello sceneggiatore Massimo Gaudioso, ha iniziato a degradarsi. Aldilà della comicità la sceneggiatura ambisce ad avere un suo concetto per raccontare qualcosa aldilà delle risate. Credo di avere girato un lungometraggio per tutti che però porta insito un profondo messaggio come quello sull’incontro – scontro tra nord e sud".

29/09/2010, 08:14

Giovanni Galletta