Festival del Cinema Città di Spello e dei Borghi Umbri
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Note di regia del film "Senza Amore"


"Senza Amore", storia di abusi e di riscatto sociale.


Note di regia del film
Quando per la prima volta ho ascoltato la storia di “Luigi” sono letteralmente rimasto senza parole. La mia visione materna era ed è tutta un’altra.
Certo, immaginavo esistessero madri possessive, gelose e anche assassine, prese da raptus o da momentanei squilibri psicologici, ma una madre che perdura nel tempo a ferire, distruggere, annullare il proprio figlio non l’avevo mai sentito, una madre che riesce a vendere il figlio ad un pedofilo sotto i suoi occhi e con il proprio consenso mi ha lasciato un grande senso di vuoto, un senso di angoscia fino a trasformarmi in Giacomo.
E’ proprio così, la storia di questo film è una storia vera, e Giacomo, il personaggio del film, sono io che racconta e che testimonia una storia di squallore e senza amore. Quindi mi sento particolarmente coinvolto in questa vicenda e non potendo fare ormai nulla per riscattare questo mio fraterno amico, ho deciso di scrivere un film e di raccontare le sue strane e difficili vicende in un lungometraggio dal titolo “Senza Amore”.
Senza amore perchè la storia di questo ragazzo è...senza amore , senza comprensione, e senza giustizia, perchè probabilmente il vigile adesso starà corteggiando qualche altro ragazzo, senza passato e forse senza futuro, insomma una brutta storia dove la crudeltà a volte spietata della vita si concentra su un essere umano per cercare forse di distruggerlo.
Il film non vuole essere patetico o strappalacrime ma vuole raccontare la storia con la sua crudezza e la sua amara verità, senza tralasciare quei momenti spensierati ed ironici che la vita pur sempre ci riserva anche nelle situazioni più difficili.
Uno scorcio di vita vissuta con tutte le difficoltà di un piccolo centro del sud dove poche cose funzionano e dove c’è solo un interesse superficiale per le vicende altrui, dove tutti devono omologarsi, dove l’apparenza conta molto di più di qualsiasi altra cosa.
Infatti il nostro vigile è felicemente sposato con due bambini che adora e che lo adorano, è un padre modello, un marito attento alle esigenze della compagna, un lavoratore ineccepibile. E dietro tutto questo si nasconde un maniaco, un perverso, un pedofilo che con il potere dei soldi corrompe una madre forse pazza e crudele, o semplicemente disperata, a vendergli uno dei figli, il più bello, quello un pò efebico, quello più intrigante!
Il film a differenza di altri separerà nettamente, come è nella vita, l’omosessualità dalla pedofilia, due cose radicalmente diverse, sostanzialmente separate.
Il pedofilo si nasconde nella famiglia, è un represso,un malato, e tutto questo vorrei che venisse fuori dal film. Come verrà fuori l’amore che una coppia di omosessuali Giacomo e Filippo può dare ad un adolescente, ad un ragazzino che l’amore non l’ha mai conosciuto, ma conosce solo il dare per avere, il rapporto mercenario perfino con sua madre.
Ed ecco che un ragazzino non può vivere senza le proprie origini, la propria famiglia quindi tenta il suicidio, ma l’intelligenza e l’amor proprio di Giacomo porta a far capire al ragazzo che l’importanza della famiglia è vitale e nonostante tutto lo riporta a casa per fargli fare “pace con il passato”, pace con la madre che sicuramente pentita potrà riavere un rapporto sano con il figlio.
Un film importante per i giovani in difficoltà dove i valori veri vengono messi alla luce, valori come l’amicizia, la famiglia, l’amore per il prossimo.
Un film dove gli omosessuali sono normali, lavorano in posti normali e non sono solo lustrini e paiettes come spesso vengono mostrati dai film e dai media.
Una storia vera girata con semplicità ed onestà, per raccontare un problema terribile come la pedofilia ma per mostrare soprattutto l’impossibilità di vivere senza amore.

Renato Giordano