Descrizione: Da quando è nato il cinema a oggi, le attrici aspiranti al ruolo di diva hanno avuto un diktat: non invecchiare. Con buona pace di Anna Magnani e del suo celebre «Lasciami tutte le rughe, ci ho messo una vita a farmele venire», l’approccio al passare del tempo in quel di Hollywood è stato a lungo più simile, magari giusto un meno fanatico, a quello scelto da Greta Garbo, che pur di fermare il tempo rinunciò alla carriera, si ritirò dalle scene e non mostrò più il
suo volto in pubblico. Altre colleghe, sapendo che invecchiare non era loro concesso – dallo studio system, dai produttori, dagli sceneggiatori, dal pubblico – hanno continuato a lavorare ma lottando costantemente con la mancanza di ruoli adatti, con la chirurgia estetica, con soluzioni al limite del ridicolo pur di non mostrare tracce degli anni sui loro corpi, o nelle loro vite private. Oggi questa demonizzazione dell’età, che a lungo ha portato molte interpreti – esclusivamente donne – a credere che la loro carriera sarebbe finita a quarant’anni, ha un nome. Inglese ovviamente: age shaming. E come la storia recente dimostra, quando si inizia a dare un nome a un problema, un pezzo del problema è risolto.
Lo confermano le esperienze delle cinque dive moderne raccontate in questo Fotogramma: Blanchett, Connelly, Cruz, Kidman e Roberts, anziché cedere al diktat e alla paura, hanno cavalcato, assecondato e cambiato l’aria... del Tempo.
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