Regia:
Cristina Mantis
Anno di produzione: 2008
Durata: 97'
Tipologia: documentario
Genere: biografico/sociale
Paese: Italia
Produzione:
Rio Film
Distributore: n.d.
Data di uscita: n.d.
Formato di ripresa: Mini DV
Formato di proiezione: Betacam SP, colore
Ufficio Stampa:
Maria Rosaria CerinoTitolo originale: Il Carnevale di Dolores
Sinossi: Il film documentario “
Il Carnevale di Dolores” inizia con una sorta di prologo, in cui Evio Botta, sulle note della canzone "Tu no", cerca in via Macrobio a Roma la casa di Piero Ciampi, un cantante-compositore ironico e trasgressivo degli anni 60/70, osannato da artisti come Tenco e De Gregori. Evio definisce Ciampi "uno di noi", e il suo ricordo è un modo per parlare dei pensieri e dei sentimenti di chi vive fuori dalle regole e dalle etichette della nostra società.
Da qui si passa alla storia dell’estrosa ed eccentrica Giuseppina Coluccelli detta “Dolores” e di tutte le sue rocambolesche vicissitudini per ottenere una casa.
Nell’arco di circa sette anni assistiamo alla sua talvolta esilarante ma di certo amara deriva, che la porta dapprima a lasciare dallo sgabuzzino di una fatiscente pensione dove riparava la notte (con l’intervento della polizia culminante nell’arresto della proprietaria) e, successivamente, alla strada... Durante il disagiato percorso, sarà facile imbattersi in una serie di “sconfinamenti” ed incontri fortuiti con chi popola il mondo sommerso dei senza dimora, in cui pure confluisce l’eco dei “nuovi poveri”, vittime del caro-affitti.
Co-protagonisti del doc ambientato quasi interamente a Roma, altri due senza dimora: si tratta di Marcello Sediani ed Evio Botta.
Il primo è un barbone alla disperata ricerca di una casa che riuscirà, con suo sommo orgoglio, ad equipaggiare alla meglio una roulotte scoperta a Ostia, in via Modesta Valenti, la strada “virtuale” creata dal comune,
Evio Botta è conosciuto come il “sindaco dei barboni” e come strenuo difensore dei suoi “cittadini” e delle sue idee sullo scollamento esistente tra lo stato e le emergenze di chi si vede negato il diritto ad abitare.
Dopo un’incursione nel Centro Docce di San Martino ai Monti dove un numero esiguo di volontari, capitanati da Suor Maria Carla, si dà da fare come può per dare ai bisognosi almeno la possibilità di farsi una doccia e cambiarsi d’abito, è proprio Evio che, nella sua invettiva contro lo stato offensivo dei dormitori, suggerisce una possibile soluzione, sostenendo la necessità di creare al più presto delle case famiglia “autogestite”, in cui ciascuno possa avere una propria camera da abitare, e portando ad esempio quanto è stato realizzato con il progetto “Gli amici di Valentina”. L'abitazione che, seppur fatiscente, offre tuttora un domicilio dignitoso a un gruppo di persone disagiate, risale infatti a un suo stesso progetto, realizzato – dopo molte battaglie – nel 1990 assieme ad Adamo Di Pippo, rappresentante della “Via Lattea Onlus”,
Da qui sembra quasi naturale il passaggio ad Emmaus, il movimento di comunità creato dall’Abbè Pierre nel lontano 1949, in cui la regola principe è la condivisione e l’auto-sostentamento attraverso un mercatino in cui merce di seconda mano, lucidata e messa a nuovo, diventa per i membri della comunità un’occupazione e il pane con cui dignitosamente nutrirsi.
Il documentario offre uno spaccato reale delle incongruenze nell’assistenza sociale, volgendo il suo sguardo sule mani legate del volontariato, la carenza di strutture per un effettivo reinserimento e sui molti luoghi comuni sui barboni, difficili da sradicare.
Su tutto, domina il filtro della coraggiosa autoironia che caratterizza le diverse persone che via via s’incontrano e che, come Dolores, anche se non risolveranno i propri problemi, manterranno sempre intatta la loro speciale capacità di astrarsi dalla loro povertà, senza mai concedere l’anima alla miseria.
Sito Web:
http://Ambientazione:
Roma
Periodo delle riprese:
2000 - 2007