Sinossi *: "Pensavo di essere la sola ad aver scoperto a 30 anni della mia adozione. Invece, ho trovato un mondo di persone come me, disperatamente in cerca delle
loro".
Si chiamano tra loro “fratelli di culla”. Donne e uomini, oggi sessantenni, che hanno vissuto i primi anni di vita in istituti per l’infanzia abbandonata. Per molti, la rivelazione dell’adozione è arrivata come un terremoto, svelata da parenti anziani o scoperta per caso nei documenti di famiglia. Un istante che sconvolge ogni certezza e apre domande inquiete: Chi sono davvero? Da dove vengo? Dal dopoguerra alla fine degli anni ’90, l’ex brefotrofio di Bari ha accolto migliaia di bambini. Alcuni lasciati volontariamente, altri sottratti dai servizi sociali. Come molti altri istituti simili sparsi per l’Italia, il brefotrofio per decenni è stato l’unico rifugio possibile per i non riconosciuti alla nascita, i “Figli di Nessuno”. Poi, il mondo è cambiato. L’affidamento familiare ha preso il posto delle strutture, gli istituti si sono svuotati e hanno cessato le attività, chiudendo anche un capitolo di storia che in cinquant’anni ha segnato la vita di oltre un milione di persone.
"Fratelli di Culla" raccoglie le voci di quegli ex ospiti, ormai adulti, che ancora oggi cercano di ricomporre il filo spezzato della propria identità. Un viaggio spesso ostacolato da un sistema legislativo che rende tutto più difficile: documenti secretati, archivi dematerializzati, un labirinto burocratico che trasforma la ricerca dei genitori biologici in una corsa contro il tempo. Mentre il mondo evolve, il diritto a conoscere la propria storia deve affrontare ostacoli che a chi vive certe vicende in prima persona sembrano fuori dal tempo. Le loro storie si intrecciano ai ricordi vivissimi di chi li ha accuditi: balie, infermiere, bambinaie.
Attraverso interviste, fotografie e filmati d’archivio, il documentario riporta in vita un’epoca ormai scomparsa. Ma racconta anche un profondo cambiamento sociale: dagli anni ’60 in poi il ruolo femminile si è trasformato radicalmente, e le donne che lavoravano negli istituti hanno vissuto in prima persona l’evoluzione della maternità, dell’assistenza ai minori e del lavoro femminile. I filmati di repertorio ispessiscono questa narrazione, mostrando scorci della società in evoluzione: dalle battaglie per i diritti delle donne ai primi passi verso una maternità più consapevole e libera. Un racconto visivo che intreccia la storia
dell’accudimento infantile con quella dell’emancipazione femminile, rivelando come queste due realtà siano profondamente connesse.