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locandina di "Le Coccinelle. Sceneggiata Transessuale"

Le Coccinelle. Sceneggiata Transessuale


Regia: Emanuela Pirelli
Anno di produzione: 2011
Durata: 52'
Tipologia: documentario
Genere: GLBT/musicale/sociale
Paese: Italia
Produzione: B&B Film
Distributore: n.d.
Data di uscita: n.d.
Formato di ripresa: HDV
Titolo originale: Le Coccinelle. Sceneggiata Transessuale

Recensioni di :
- NFF - LE COCCINELLE - Il mondo dei "femminielli" napoletani
- LE COCCINELLE - Trans napoletani tra battesimi e tombole
- Da Napoli "Le Coccinelle", sceneggiata trans

Sinossi: Le Coccinelle non sono drag queen né aspirano ad essere curatissime femme fatale, non interpretano i playback di Raffaella Carrà e non si travestono da icone del pop. Gennaro, Tonino, Genny e Giacinto sono quattro signore napoletane, quattro trans dei vicoli di Napoli. Nelle sale di ristoranti arredati in finto barocco, Le Coccinelle cantano e recitano le loro sceneggiate, raccontando la prostituzione, il giudizio degli “altolocati”, l’ipocrisia dei clienti ma anche l’amicizia con le donne dei quartieri e la gioia di vivere del popolo napoletano. Di fronte ad una platea di famelici invitati al banchetto di nozze, si realizza quest’esilarante commistione di sacro e profano, antico e moderno, normale e diverso.

Sito Web: http://www.indiegogo.com/lecoccinelle

Ambientazione: Napoli

Note:
LE COCCINELLE
Napoli, fine anni ‘60. Il Salone Margherita, uno dei ritrovi notturni più affollati della città, dove si esibiscono attori comici, ballerine, spogliarelliste e contorsioniste, ospita sul suo palco un’artista di nome Tania. Ha appena diciannove anni, ma è già molto sicura di sé. Gennaro, un giovanissimo garzone che porta il caffè nei camerini, rimane incantato nel guardare i movimenti sensuali di Tania, che indossa un costume di veli e paillette; il bambino immagina se stesso così, su quel palcoscenico, davanti a un pubblico che lo acclama. Per Gennaro la scoperta della femminilità è accompagnata da una sensazionale rivelazione: Tania è solo un nome d’arte, fuori dalle scene è Tonino de Filippo. Scoprire che quella ballerina è un transessuale, per Gennaro è la liberatoria scoperta della propria sessualità. Tonino diventa negli anni la sua guida: il primo trucco, i primi vestiti attillati, le prime
scarpe con i tacchi. Tonino è un punto di riferimento non solo per Gennaro, ma per tutti i trans di Napoli, che ancora oggi la chiamano, affettuosamente e con riconoscenza, “la mamma dei trans”. Tonino è stato il primo "transessuale moderno" di Napoli, il primo cioè a voler superare la figura del tradizionale del "femminiello di quartiere" rivendicando dignità e diritti e finendo per questo in carcere più volte. Sebbene i femminielli siano infatti figure storicamente integrate nella società popolare napoletana, considerate beneauguranti e per questo legate a giochi d'azzardo come la tombola, sono anche tradizionalmente relegati ad un ruolo di subordinazione sociale e "costretti" alla prostituzione. E così anche Gennaro e Tonino finiscono necessariamente in strada. Finché una sera, aspettando il cliente che non arriva, a Tonino viene un’idea: “Perché non creiamo un gruppo artistico di soli transessuali? Lo chiameremo: Le Coccinelle" .
La struttura dello spettacolo costruito da Gennaro e Tonino è particolarmente adatta al pubblico napoletano; i temi sono quelli della sceneggiata popolare uniti ai temi che Gennaro e Tonino riportano direttamente dalle loro vite. Amori, tradimenti, liti familiari e abbandoni, ma che discriminazione, prostituzione, solitudine e difficoltà a conquistare una stabilità affettiva. Il tutto riassemblato in messe in scena dal sapore a volte drammatico, a volte grottesco, altre ancora irresistibilmente comico.
Tonino è l’indiscussa capogruppo e interpreta i ruoli più drammatici: la madre addolorata, a’ malafemmena, l’amante transessuale abbandonata. Gennaro è l'anima comica del gruppo, grazie a una faccia felliniana e a un’esilarante capacità di improvvisazione. A loro due negli anni si aggiungono Clementina, dai lineamenti sottili, adatta a fare la signora “d'alto bordo”; Giacinto, un fisico statuario, molto versatile, che interpreta spesso ruoli maschili, Carmen e Genny, le più belle e appariscenti.
Nella Napoli più popolare, il mercato delle cerimonie private è un business ricco.
Questo è uno dei pochi posti al mondo dove le star non sono quelle internazionali promosse da MTV, ma gruppi e cantanti neomelodici locali. Alle feste di matrimonio, che possono durare più di dodici ore, gli artisti intrattengono i parenti e gli amici dei festeggiati durante il pantagruelico banchetto. Ed è proprio durante matrimoni, comunioni, battesimi, compleanni e feste di quartiere che Le Coccinelle si esibiscono, appassionando il pubblico che partecipa incuriosito. I bambini si divertono e le donne si commuovono, sentendosi vicine al vissuto raccontato da Le Coccinelle. L'amicizia che lega le donne ai femminielli è infatti antica e profonda: fuori dalle cerimonie e dai concerti, assistere alle attività de Le Coccinelle è tradizionalmente un privilegio che spetta solo alle loro amiche.
Così succede per le tradizionali tombolate e nei pellegrinaggi ai luoghi sacri.
Nel 2009 un tumore mette fine alla vita di Tonino. Gennaro, ormai quasi sessantenne, non sa se andare avanti col gruppo e negli ultimi anni le condizioni di vita dei trans sulla strada sono peggiorate ulteriormente. In chiesa, durante la messa per celebrare Tonino, a un anno dalla morte, Le Coccinelle si ritrovano. Con loro, come sempre, le donne del popolo. Lo spettacolo continua…


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