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Da Napoli "Le Coccinelle", sceneggiata trans


Presentato all'Apollo 11 di Roma il documentario che racconta l'universo dei "Femminielli". Sesso e spettacolo per dei personaggi d'eccezione.


Da Napoli
Volgarmente chiamato “ricchione” dal popolino, che ignora di adoperare un termine assai antico e di origine spagnola, il femminiello appartiene a buon diritto alla cultura popolare napoletana. Ma da un po’ di decenni a questa parte, in una cultura globalizzata, i femminielli, “uomini che sentono e vivono come donne”, da figure ben integrate e per certi versi persino stimate (si diceva, per esempio, che portassero fortuna), si sono ritrovati ad essere ghettizzati e spesso marginalizzati.
E ciò è per certo dovuto anche all’estinzione di tutto un corpus di tradizioni popolari di cui il femminiello è stato da sempre parte integrante. Tradizioni fatte di musica allegra e “tumbulella” che tornano a rivivere nel docu-musical "Le Coccinelle, Sceneggiata Transessuale". Diretto dalla fotografa e regista napoletana Emanuela Pirelli e prodotto dalla B&B Film di Raffaele Brunetti, il film è stato presentato in anteprima a Roma all’Apollo 11 in un’atmosfera di allegria carnevalesca.
Quattro trans dei vicoli di Napoli, Gennaro, Carmen, Genny, Giacinto, che nonostante la cultura modesta hanno spirito mordace, grande autoironia e la battuta sempre pronta, esibiscono da anni il loro repertorio originale di canzoni melodrammatiche tra i tavoli di matrimoni, battesimi e prime comunioni.
Sceneggiate allegre ma diffuse da una sottile vena di malinconia dove le quattro “Coccinelle” raccontano il mondo dei femminielli napoletani, dove la prostituzione è il mestiere più diffuso, ad un pubblico adorante ma anche incuriosito da questi personaggi stravaganti, che amano trasvestirsi e imbellettarsi come le donne. E la cerimonia del travestitismo, che precede ogni esibizione, sembra un vero e proprio rito propiziatorio per la buona riuscita dello spettacolo oltre a rappresentare un momento fondamentale per affermare la loro identità di frontiera.
Tutto questo sullo sfondo di una Napoli che nella sua lunga storia millenaria non ha conosciuto né il ghetto né l’inquisizione ed è l’unica città in Europa ad avere una comunità trans femminile. Non è certo il paradiso degli omosessuali ma e un buon punto di partenza per un vero cambiamento di mentalità.

23/12/2011, 09:12

Monica Straniero