Sinossi *: "The Lunch" racconta l’ultimo mese della campagna presidenziale americana attraverso l’intreccio di due linee narrative parallele che percorrono, passando da New York al Midwest fino al North Dakota, un Paese polarizzato dalle elezioni esplorandone le molteplici sensibilità. La prima, spaccato sincero e robusto dell’America contemporanea, si articola in una serie di micro-storie legate da incontri fortuiti. La seconda è una singola vicenda immaginata dal regista dopo un’esperienza realmente vissuta nel 2016 e simile alle molte che oggi hanno per scenario qualsiasi ristorante familiare d’America: un cuoco messicano (Jesus) prepara ogni giorno il pranzo a un elettore trumpiano (Jack). Mentre i due vivono le loro vite ordinarie, quelle di tutti gli altri protagonisti, apparentemente indipendenti, si rivelano invece interconnesse alla loro. Fino a incontrarsi nel finale: tra il 4 e 5 novembre 2024 in un diner del North Dakota Jack darà un morso a un hamburger preparato da Jesus. Un gesto inconsapevole che assumerà la forza poetica di un atto inconscio di riconciliazione.
Il film documenterà lo “spettacolo” più rilevante al mondo dando le spalle al palco e concentrandosi sull’umanità del suo pubblico e sul senso amplificato di realtà che ne deriva. Con uno sguardo rivolto alla semplicità del quotidiano, ai luoghi che custodiscono la fragile bellezza dell’atto democratico. In un'epoca in cui la politica è al centro del dibattito, Vassallo invita a guardare non solo gli eventi, ma anche i volti e le storie degli elettori.
Note:
ITINERARIO CINEMATOGRAFICO
Il film è stato girato durante un viaggio su strada di 5.500 km attraverso 11 stati degli Stati Uniti, durato 31 giorni tra il 10 ottobre e il 9 novembre 2024. Le riprese iniziano a Coney Island, New York, e proseguono a New York City. Da lì il racconto si sposta verso ovest, attraversando New Jersey e Pennsylvania, per poi entrare in West Virginia, Ohio, Indiana e Illinois, per continuare in Wisconsin, Iowa e verso ovest con arrivo a Fort Pierre, South Dakota. Il ritorno a New York ha seguito un itinerario più settentrionale, passando per il Minnesota, per poi toccare Wisconsin, Illinois, Ohio, Pennsylvania e New Jersey, chiudendo il cerchio a Coney Island. Una seconda e più breve sessione di riprese si è svolta dal 7 al 24 gennaio 2025, durante la settimana dell’insediamento presidenziale, limitata a New York City e Washington D.C.
PROGETTO American Letters
Nato come eco di The Lunch – A Letter to America, il progetto American Letters raccoglie brevi video-interviste realizzate negli Stati Uniti a persone comuni invitate a rispondere a quattro domande essenziali su democrazia, comunità, cibo e identità - gli stessi temi al cuore del film. Le parole, i silenzi e i gesti di chi risponde compongono un atlante umano fatto di differenze e risonanze, un terreno condiviso su cui provare a immaginare un’umanità migliore. Il progetto accompagna l’uscita pubblica del film, amplificandone lo sguardo e prolungandone la riflessione oltre lo schermo.
LA COLONNA SONORA e LE MUSICHE ORIGINALI
Il sound design di The Lunch nasce da un ascolto profondo dei luoghi e dei loro silenzi, per coglierne l’anima e la relazione con chi li abita. Durante il viaggio sono stati registrati suoni autentici con tecniche avanzate, creando un archivio sonoro immersivo. Il mix finale non ricrea solo gli ambienti, ma ne amplifica la dimensione emotiva e narrativa, trasformando ogni rumore quotidiano in testimonianza del reale. Il suono diventa così una mappa sensibile della convivenza, dove anche il silenzio racconta un modo per far sentire che l’America stessa ascolta.
Nella maggior parte dei suoi lavori per il cinema, Whitney George compone dopo aver ricevuto il picture lock finale del film. Con The Lunch, invece, il processo è stato diverso: ha partecipato al viaggio in qualità di co-produttrice, attraversando la sua America con il regista e la troupe e durante le cinque settimane di produzione la musica ha cominciato a prendere forma. L’idea melodica centrale -poi divenuta la America Suite- è nata in parallelo al montaggio, intrecciandosi alle immagini e ai racconti raccolti lungo la strada.
La colonna sonora è una risposta musicale alle persone incontrate e ai luoghi attraversati, una risonanza emotiva delle voci e dei paesaggi che abitano il film. Restituisce le dicotomie che attraversano l’America delle settimane pre-elettorali: la speranza e la disperazione, le metropoli e le distese rurali, l’intimità e la distanza. Ogni linea strumentale, nella sua semplicità, dialoga con le altre fino a comporre una trama sonora ricca e complessa, sospesa tra minimalismo e pienezza.
Il risultato è una cartolina musicale inviata da un momento di turbolenza storica e poi trascritta su carta nelle settimane successive alle elezioni.