Sinossi *: Vuole essere un cortometraggio sulla diversità vista non come un difetto ma come una caratteristica comportamentale e caratteriale comune a tutti. I ragazzi hanno fatto parlare degli oggetti ma al posto degli oggetti poteva starci tranquillamente qualcuno di noi. Quante persone come il forno in alcuni momenti particolari della propria vita ha desiderato di poter essere un’altra persona e quanti come la sedia o la tazzina si è sentito usato o maltrattato, nei sentimenti o nelle situazioni di vita quotidiana, e avrebbe voluto ribellarsi. Quanti come lo specchio hanno o devono cambiare faccia a seconda di chi incontrano sul lavoro o nella vita di relazione con le persone e quanti si trovano a loro insaputa in un mondo a testa in giù dove come per magia le situazioni sfuggono al loro controllo ma senza un perché. Queste situazioni, come tante altre, ci mostrano come persone strane agli occhi degli altri ma strani non lo siamo.. Cerchiamo solo di adeguarci e di essere in linea con i canoni “comuni” della normalità.. ma dove finisce la linea di confine della normalità e inizia quello della stranezza? La linea di confine tra normalità e stranezza è labile, quasi invisibile e a chi sta decidere cosa è normale e cosa è strano?