Regia:
Mauro Santini
Anno di produzione: 2021
Durata: 6' 05''
Tipologia: documentario
Genere: arte/sperimentale
Paese: Italia
Produzione:
Museo Civico Luigi Varoli Cotignola
Distributore: n.d.
Data di uscita:
Formato di ripresa: 4K
Formato di proiezione: DCP, colore
Titolo originale: Stenos Opaios
Sinossi: Diceva Bazin che il cinema la mummia del cambiamento, conservando nel tempo lapparenza di persone e cose. La chiusura di unesposizione al Museo Varoli allorigine di questo lavoro, che, a dispetto dellazione corrosiva del tempo, a dispetto di ogni fine, trattiene qualcosa dei volti e dei suoni che abitano il luogo. Si accendono nel nero dello schermo presenze fantasmatiche disegnate dal foro stenopeico, il pi arcaico dispositivo fotografico: la luce passa per una minuscola fessura sulla parete di una camera oscura, impressionando un materiale fotosensibile con limmagine di ci che si trova allesterno. Impermanenza imbalsamata, film dombra e daria, di respiro che continua a essere vitale, di forme temporali che non hanno alcun bisogno di essere spazio e inquadratura.
Sito Web:
http://Ambientazione:
Cotignola (RA)Note:
Realizzato in occasione della chiusura dellesposizione Inventario Varoli, Stens opaios il tentativo di mantenerne ancora in vita i volti, attraverso un flebile respiro ed il leggero muoversi dei corpi: un falso movimento generato dal tempo di posa e dalla ripresa con foro stenopeico. E cos anche i suoni riverberano sulle pareti, eco di strumenti secolari, come la spinetta del '700 o il contrabbasso cinquecentesco (proprio nel 1500 Leonardo da Vinci immagina, nel Codice Atlantico, la camera oscura: una scatola in cui proiettare unimmagine esterna attraverso un forellino centrale).
Stens opaios, termine greco che significa foro stretto : liberata dalla profondit di campo dellottica e dalla eccessiva definizione, la luce penetra nella camera attraverso una minuscola fenditura e si deposita sul sensore - cos come allorigine della fotografia sui nitrati d'argento - generando immagini altrettanto preziose e senza tempo, o forse portatrici di tutto il tempo del mondo.
Una chiusura. Che non lo per nulla, come la memoria.
Suono: spinetta, gong, vibrafono, cetra kantele e contrabbasso del Museo Varoli.