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Vittorio De Sica

07/07/1901 - 13/11/1974
Sora, Italia

Vittorio De Sica


Filmografia dal 2000:
2021 » doc Il Giardino che non c'e': partecipazione
2020 » doc La Verita' su "La Dolce Vita": partecipazione
2018 » doc Monica!: partecipazione
2012 » doc Ciao Alberto. L'Altra Storia di un Italiano: partecipazione
2009 » doc Hollywood sul Tevere: partecipazione
2009 » doc Vittorio D.: partecipazione
2004 » doc Colpi di Luce: partecipazione
2001 » doc Roberto Rossellini: partecipazione
2001 » doc Vivere: partecipazione

Biografia:
Uno dei più grandi attori e registi del cinema italiano e mondiale. Nome completo Vittorio Domenico Stanislao Gaetano Sorano De Sica. Nasce a Sora, provincia di Frosinone, il 7 luglio 1901, da Umberto De Sica (cagliaritano, impiegato nella sede di Sora della Banca d’Italia) e Teresa Manfredi (casalinga napoletana). Si trasferisce a Napoli con la famiglia nel 1914 e all’inizio della prima guerra mondiale a Firenze. Studia ragioneria e nel 1917 fa la comparsa come attore in Il processo Clemenceau di Giancarlo Saccon. Entra nella compagnia di Tatiana Pavlova nel 1923 e vi resta fino al 1925. Nel 1930 il regista Mario Mattoli lo fa entrare nella Compagnia Teatrale Za-Bum creando un duo con Umberto Melnati. Vittorio e Melnati diventano in breve celebri per molteplici gags a teatro e in radio come il celebre Dura minga, dura no. Con Sergio Tofano (inventore del Signor Bonaventura) e Giuditta Rissone forma nel 1933 una compagnia e il teatro resterà nella sua vita fino alla fine degli anni Quaranta. Al cinema gira due film muti con Mario Almirante per poi arrivare al grande successo di pubblico e critica nel 1932 con Gli uomini che mascalzoni, diretto da Mario Camerini. La canzone Parlami d’amore Mariù che viene cantata da Vittorio nel film diventa un successo indelebile. Quello che colpisce nella recitazione di De Sica è una grande semplicità, mista ad eleganza e a sfumature accentuate melanconiche e al tempo stesso aristocratiche, una commistione che lo rende divo e ammaliatore degli spettatori. Nel 1935 in occasione del film Darò un milione, sempre di Camerini, conosce Cesare Zavattini che diverrà il suo amico e sceneggiatore di molti film come regista. Altri due celebri film degli anni Trenta sono Il signor Max e Grandi Magazzini anche questa volta diretti da Mario Camerini. Proseguirà nella carriera d’attore interpretando un centinaio di film tra i quali la trilogia popolare iniziata con Pane, amore e fantasia (e che porterà al successo Gina Lollobrigida e Sophia Loren), il film drammatico Il generale della Rovere di Roberto Rossellini, I gioielli di Madame de.. di Max Ophuls e alcuni film con Alberto Sordi. Tra i suoi ultimi film come attore: Il delitto Matteotti di Florestano Vancini, C’eravamo tanto amati di Ettore Scola e Dracula di Paul Morrissey, prodotto da Andy Warhol, film tra il 1973 e il 1974. La fama internazionale di De Sica arriva però inaspettatamente con la sua carriera di regista. Dopo aver esordito dietro la macchina da presa con Rose scarlatte del 1939 gira due grandi successi di pubblico con Maddalena…zero in condotta e Teresa Venerdì (dove recita anche Anna Magnani). La collaborazione con lo sceneggiatore Cesare Zavattini ha inizio con I bambini ci guardano un film poco conosciuto dal grande pubblico ma molto importante sia per la regia che per la storia che è a tutto tondo neorealista. La testimonianza del piccolo Pricò, bambino di sette anni, che è testimone del disfacimento della propria famiglia e l’atto estremo del padre. In quel film tra gli interpreti c’è quello che può essere considerato il più grande doppiatore di cinema, Emilio Cigoli (definito il re del doppiaggio). La sua interpretazione di Andrea, il padre di Pricò resta indelebile come lo sguardo del bambino. Un’altra curiosità, nel film appare come comparsa Marcello Mastroianni. Un capolavoro da riscoprire. Nel dopoguerra gira Sciuscià storia di due ragazzini lustrascarpe (il titolo viene dall’inglese Shoe-shine che diventa parola onomatopeica) e il film gli porta un enorme successo internazionale e soprattutto statunitense. La pellicola vince il premio Oscar come miglior film in lingua straniera. Ladri di biciclette del 1948 rimane uno dei film più amati di tutti i tempi e molti registi come Robert Altman lo additeranno come il film preferito in assoluto. Capolavoro assoluto, narra della sopravvivenza del dopoguerra. Secondo premio Oscar. Miracolo a Milano presentato al Festival di Cannes e vincitore del Grand Prix come miglior film (la Palma d’oro non era ancora stata istituita) è forse il film più poetico di De Sica e Zavattini. Una favola metropolitana con i barboni che assurgono a grandi protagonisti nella lotta contro il ricco proprietario terriero che vuole costruire sul piccolo campo di baracche dove una comunità di senzatetto si è installata. Commovente e fantastico ha delle soluzioni geniali che culminano nelle scopa volanti del finale (Steven Spielberg citerà il film in ET). Il film però costò 180 milioni, tre volte Ladri di biciclette e non ebbe sufficiente successo di pubblico. Negli anni Cinquanta tra i film girati ricordiamo Umberto D, Stazione Termini (con un cast internazionale) e Il tetto (poco conosciuto ma molto interessante). Umberto D. specialmente, osteggiato dalla politica italiana dell’epoca e impersonata da Giulio Andreotti, dedicato al padre di Vittorio narra meglio di qualsiasi altro film il dolore e la difficile sopravvivenza dei vecchi. Uno dei film più commoventi della storia del cinema fu candidato all’Oscar per la sceneggiatura nel 1957 e vinse il premio come miglior film straniero per il New York Film Critics Circle Award nel 1955. Presentato al Festival di Cannes nel 1952. Gli anni Sessanta si aprono con il grande successo di pubblico e di critica di La Ciociara (dal romanzo di Alberto Moravia) con Sophia Loren (premio Oscar) e proseguono con due film importanti come l’inquietante I sequestrati di Altona (film da riscoprire) e il satirico Il boom con un grandissimo Alberto Sordi. Nel 1970 un altro Oscar lo vince Il giardino dei Finzi Contini (con la bellissima Dominique Sanda che ricoprì il ruolo dopo il no di Patty Pravo che era stata interpellata dal regista come prima scelta). Tratto dal romanzo di Giorgio Bassani, il film è un piccolo affresco della Ferrara fascista e pre-bellica, tra gli anni Trenta e Quaranta e ottiene anche un Orso d’Oro al Festival di Berlino. Vittorio De Sica si spegne a Neuilly Sur-la Seine, sobborgo di Parigi dopo un intervento chirurgico per curare un tumore ai polmoni. Il 13 novembre 1974.
(ultima modifica: 22/09/2014)