Sinossi *: Una donna giapponese Ai Kishimoto vive inconsapevolmente tra una condizione opprimente di monotonia lavorativa ed una vita segreta notturna.
Dopo l’ennesima giornata di tensione, sentendosi vicina al crollo emotivo, prende consapevolezza della frattura che la divide in due diverse personalità. L’inevitabile confronto interiore con le due facce di sé stessa, incalzato da una figura mistica ed ancestrale, la spingerà ad una nuova consapevolezza ed un rinnovato equilibrio,
Note:
Il Namahage è una figura tradizionale del folklore giapponese, originaria della città di Oga, nella prefettura di Akita. Il Namahage emerge dall’oscurità e suona il tamburo taiko con un ritmo crescente per sottolineare la pressione emotiva vissuta dalla protagonista. “Warui ko wa ine ga!?” | Ci sono bambini cattivi qui?! | In quanto figura in visita connessa ai kami dello shintoismo giapponese, il Namahage non è un demone. appare nello stato alterato di coscienza del personaggio principale, intrecciandosi come un ricordo d’infanzia.
Il Namahage sprona così la protagonista ad accettare i propri sentimenti e desideri, incoraggiandola ad agire. Il battito del Namahage la aiuta a superare l’inerzia e la mancanza di coraggio, guidandola verso un percorso di consapevolezza e autocoscienza. Quando il personaggio riesce a liberarsi dai propri limiti interiori ed a integrare le diverse anime della sua personalità, il battito si interrompe, segnando il raggiungimento di un rinnovata serenità