CARLO RAMBALDI - Una retrospettiva al MoMA di New York
In occasione del centenario della nascita di
Carlo Rambaldi, il Museum of Modern Art di New York (MoMA), in collaborazione con Cinecittà, presenta
Carlo Rambaldi, un’importante retrospettiva che celebra il tre volte premio Oscar per gli effetti speciali, noto internazionalmente come il padre di E.T., il cui lavoro ha trasformato le possibilità del racconto cinematografico. L’iniziativa rientra nelle celebrazioni globali del centenario di Rambaldi, sostenute dalla Direzione Generale Cinema e Audiovisivo del Ministero della Cultura.
In programma al MoMA dal 10 al 24 dicembre 2025, la rassegna proporrà 15 film che celebrano l’intera carriera di Rambaldi, tra cui sei grandi produzioni hollywoodiane e quattro titoli italiani recentemente restaurati da Cinecittà: "
Profondo Rosso" (1975) di Dario Argento; "
Estratto dagli archivi segreti della polizia di una capitale europea" (1972) di Riccardo Freda (New York Premiere); "
Scacco alla regina" (1969) di Pasquale Festa Campanile; e "
Frankenstein ’80" (1972) di Mario Mancini. Questi ultimi due proiettati al MoMA per la prima volta in versione restaurata 4K.
La carriera di Rambaldi ha fatto da ponte tra il cinema d’autore italiano e Hollywood, consacrandolo come uno dei più influenti artisti degli effetti speciali nella storia del cinema. La retrospettiva si aprirà il 10 dicembre con la proiezione del restauro digitale in 4K di "
Profondo Rosso" (1975) di Dario Argento, realizzato da Cinecittà e supervisionato dallo stesso Argento.
Lucia Borgonzoni, Sottosegretario di Stato al Ministero della Cultura, ha dichiarato:
“
Siamo immensamente orgogliosi dell’entusiasmo straordinario che negli Stati Uniti accompagna la celebrazione di uno dei più illustri artisti italiani nel centenario della sua nascita. Onorare Carlo Rambaldi attraverso un’iniziativa come questa evidenzia il suo profondo contributo al cinema mondiale. La storia del cinema deve molto alla sua capacità di trasformare l’immaginazione in forme e sembianze mai viste prima sullo schermo: un connubio unico di maestria tecnica e genialità creativa che ha riempito di meraviglia generazioni di spettatori”.
Riflettendo sulla loro lunga collaborazione,
Dario Argento ha ricordato: “
Ci siamo incontrati al mio primo film, e da allora abbiamo sempre lavorato insieme. Tutti i miei film sono stati realizzati con Carlo Rambaldi, fino al giorno in cui prese l’aereo per gli Stati Uniti. È stata una collaborazione meravigliosa, un terreno di avventure straordinarie. Insieme a sua moglie Bruna, hanno dato vita all’immaginazione in modi che nessuno aveva mai fatto prima”.
Rajendra Roy, Celeste Bartos Chief Curator of Film del Museum of Modern Art, rende omaggio all’eredità di Rambaldi: “
Se il cinema è il regno della magia, allora gli artisti degli effetti speciali sono i maghi. Da un Kong alto dodici metri agli orrori intrisi di sangue, fino all’alieno più gentile mai apparso sugli schermi terrestri, Carlo Rambaldi ha creato e costruito personaggi destinati a vivere per sempre nella storia del cinema. Nel proseguire l’impegno del museo nel valorizzare i talenti del cinema, e grazie alla dedizione di Cinecittà, siamo entusiasti di celebrare il lavoro di questo artista visionario”.
Daniela Rambaldi, Presidente della Fondazione Carlo Rambaldi, riflette sull’eredità del padre :“
Per mio padre il cinema non è mai stato solo intrattenimento, ma un ponte tra sogno e realtà. Attraverso le sue creature, da Kong a E.T., ha dato forma all’invisibile, trasformando la tecnologia in emozione e la materia in poesia. Vedere oggi il suo lavoro celebrato al Museum of Modern Art di New York, grazie all’inestimabile collaborazione di Cinecittà e al sostegno del Ministero della Cultura, è un momento di profondo orgoglio e gratitudine. Significa riconoscere che la sua visione, fatta di ingegno, umanità e meraviglia, continua a ispirare l’immaginazione di chi ama il cinema e l’arte in tutte le loro forme”.
Nato nel 1925 a Vigarano Mainarda, vicino Ferrara,
Carlo Rambaldi (1925–2012) studiò pittura e scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna prima di entrare nel cinema negli anni Cinquanta. Il suo primo grande progetto un drago di sedici metri realizzato per “Sigfrido” (1957) annunciò l’arrivo di un artista capace di unire scultura, ingegneria e narrazione in modi senza precedenti.
Nel corso degli anni Sessanta e Settanta, Rambaldi divenne indispensabile ai cineasti più innovativi d’Italia. Lavorò con Dario Argento a Profondo Rosso (1975) e Quattro mosche di velluto grigio (1971), creando effetti meccanici che amplificavano la tensione psicologica. Realizzò complessi organismi meccanici per I racconti di Canterbury (1972) e Il fiore delle mille e una notte (1974) di Pier Paolo Pasolini, e contribuì a Giulietta degli spiriti (1965) di Federico Fellini e Ludwig (1973) di Luchino Visconti, per il quale creò un universo meccanizzato che simulava un ciclo lunare. Per L’ultima donna (1976) di Marco Ferreri, realizzò uno degli effetti pratici più complessi e controversi della storia del cinema.
Queste collaborazioni lo consacrarono come maestro tanto delle creature fantastiche quanto di un realismo inquietante. Mentre molti suoi contemporanei si affidavano a trucchi ottici e miniature, Rambaldi fu un pioniere di sistemi animatronici completamente articolati, basati sull’accuratezza anatomica e sulla precisione idraulica. Il suo processo richiedeva mesi di studio e univa la maestria dello scultore all’ingegneria meccanica.
A Hollywood il suo lavoro gli valse tre Premi Oscar: per King Kong (1976) in cui progettò un gorilla animatronico a grandezza naturale; Alien (1979) per il quale realizzò lo xenomorfo ideato da H.R. Giger; per E.T. l’extra-terrestre (E. T. the Extra-Terrestrial) (1982) dove creò uno dei personaggi più riconoscibili e amati della storia del cinema. L’E.T. di Rambaldi incarnava perfettamente la sua filosofia artistica di fondere la maestria tecnica con la sensibilità emotiva.
I suoi progetti visionari contribuirono anche ad altri capolavori del cinema internazionale, tra cui spiccano Dune (1984) di David Lynch e Incontri ravvicinati del terzo tipo (Close Encounters of the Third Kind) (1977) di Steven Spielberg.
Traendo ispirazione da Leonardo da Vinci, che considerava un precursore dell’animatronica cinematografica, Rambaldi mantenne le tecniche tradizionali di scultura anche quando l’industria si orientò verso i metodi digitali. Considerava gli effetti speciali strumenti narrativi essenziali, e non semplici conquiste tecniche.
Tra i numerosi riconoscimenti ricevuti oltre a tre Premi Oscar, un Saturn Award per i migliori effetti speciali, un David di Donatello Speciale e un riconoscimento dalla Los Angeles Film Critics Association. E per il 2026 è prevista la cui cerimonia ufficiale di disvelamento e presentazione della stella a lui dedicata sulla Hollywood Walk of Fame.
La retrospettiva “
Carlo Rambaldi’’ è stata co-organizzata da Rajendra Roy, Celeste Bartos Chief Curator of Film, e Francisco Valente, Curatorial Assistant del Department of Film del MoMA; da Camilla Cormanni, Paola Ruggiero e Marco Cicala per Cinecittà, e segue una serie di tributi internazionali per il centenario dell’artista tra cui The Man Who Made Creatures all’Academy Museum of Motion Pictures di Los Angeles, organizzato dal Ministero della Cultura (MiC) e da Cinecittà. Insieme, queste iniziative sottolineano l’eredità duratura di Rambaldi come ponte culturale tra l’artigianato italiano e l’innovazione globale.
21/11/2025, 15:47