Note di regia di "Ultimo Schiaffo"
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Ultimo Schiaffo" è la storia di un gruppo di perdenti che tentano, ogni giorno, di restare a galla, cercando di vincere il proprio senso di inadeguatezza: vorrebbero tutti qualcosa in più dalla vita, sì, ma nessuno sembra avere la forza necessaria per riuscirci. O, almeno, per crederci a sufficienza. Ovviamente non è un caso che il film sia ambientato durante il periodo natalizio: come resistere alla tentazione di portare in scena un cortocircuito così ghiotto, cioè quello tra il calduccio rassicurante delle feste e la tristezza siberiana dei personaggi? Come resistere alla tentazione di trasformare una ballata di provincia, la mia seconda ballata di provincia dopo Zoran, in una vera e propria dark comedy? Ho girato Ultimo schiaffo pensando a Fargo dei Coen. Non tanto per le complessità narrative e per gli sviluppi polizieschi, quanto per il legame indissolubile tra i protagonisti e l’ambiente: da una parte la montagna americana del Minnesota e del Dakota, con la contea di Cass, dall’altra parte la montagna friulana, con il villaggio minerario di Cave del Predil. Neve, ghiaccio, piccoli e grandi crimini, la natura come antagonista: tutto quello che serve per trasportare gli spettatori altrove. Fuori dalle rotte consuete.
Matteo Oleotto