ORFEO - Luca Vergoni: "Vi presento Orfeo"
Dopo l'anteprima alla Mostra di Venezia e alcuni festival in Italia e all'estero, "
Orfeo" di Virgilio Villoresi si appresta ad arrivare nelle sale dal 27 novembre e con un calendario di proiezioni speciali in aggiornamento (il 27 stesso al cinema Troisi di Roma, il 28 al Delle Provincie sempre nella capitale). Abbiamo intervistato il protagonista,
Luca Vergoni.
Come sei arrivato a questo progetto?
Ho saputo di Orfeo circa 3 anni fa, iniziando un lungo percorso di avvicinamento. Ho subito capito quanto fosse particolare, come progetto, anche grazie agli incontri conoscitivi con Virgilio e poi a provini di 3 giorni, lui voleva essere sicuro: è stato un provino molto più lungo del normale, per capire bene e insieme cosa stavamo facendo.
In cosa si differenzia da altri progetti?
Ha un modo diverso di lavorare su tutto: ci vedevamo sempre prima per provare ogni singola tranche, e prima di girare abbiamo anche fatto un discorso intellettuale su Orfeo nella storia, su Buzzati e cosa significava per noi, sui temi del lutto, dell'abbandono... Poi sul set abbiamo lavorato fisicamente su ogni scena.
Il modo diverso di lavorare era anche per me come attore, avevo a che fare con figure inesistenti sul set, aggiunte poi in stop motion: sia a teatro sia al cinema c'è sempre una relazione con qualcun'altro, qui no, dovevo inventare tutto di sana pianata e fare un grande sforzo di immaginazione.
Immagino la sorpresa nel vederlo completo.
Di solito quel che un film sarà ti sembra di saperlo quando sei sul set, anche se non ne hai mai la certezza, qui vedendo alcuni pezzi già iniziavo a capire quanto fosse magico rispetto ad altri lavori fatti.
A Venezia, all'anteprima di mezzanotte, è stato tutto emozionante! C'ero già stato con "La scuola cattolica", nel 2021, ma tornarci con un film indipendente, che era stato "macinato" per anni, è stato un piccolo miracolo, non era affatto scontato. E poi da protagonista: vederlo a mezzanotte rientrava nel mood del film, che è molto onirico, quasi come se fosse un sogno.
Lavorare con Villoresi come è stato?
Molto stimolante, mi piace definirlo artista nel vero senso della parola, lui costruisce un mondo con basi nel reale e nella sua estetica. C'è sempre stato uno scambio tra noi, mi lasciava molta libertà, si ragionava molto sul come fare le cose. Anche per questioni produttive spesso avevamo una sola camera e nessuna segretaria di edizione ufficiale, eravamo noi stessi a controllare continuità e coerenza delle riprese, lavorando maniacalmente.
E' stato stupendo averlo conosciuto, ha riacceso in me la passione per un cinema artigianale che sembrava perduto, fatto in una stanza, diverso.
E ora che farai?
Seguirò il film in alcune proiezioni, siamo già stati ospiti in varie situazioni, io a Carbonia e Valencia, coprirò un po' di eventi a Roma, che è la mia zona di base.
Poi torno a teatro con gruppo di amici a Roma e Milano con "I ragazzi della strada", e sarò nel cast di "Se venisse anche l'inferno" di Samuele Rossi, la sua prima opera di fiction.
18/11/2025, 09:31
Carlo Griseri