FRONTDOC 15 - I vincitori
Si è concluso sabato 15 novembre
FrontDoc, Festival Internazionale di Cinema di Frontiera 2025, con un’edizione che mostra come il cinema possa farsi spazio di denuncia, dialogo e trasformazione.
Oltre 40 proiezioni, con anteprime nazionali ed europee, eventi speciali, incontri, matinées per oltre 350 studenti, laboratori e percorsi di formazione hanno animato per una settimana il capoluogo valdostano.
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Siamo molto contenti e orgogliosi dell’esito di questa edizione di Frondoc: il programma, lo staff, la partecipazione del pubblico e degli autori sono stati al di sopra di ogni nostra aspettativa. Anche quest’anno siamo riusciti ad affacciarci sulla frontiera del presente e quello che abbiamo visto ci ha emozionato, scosso, dato speranza" - affermano i direttori artistici
Nora Demarchi e
Gian Luca Rossi. "
Siamo molto soddisfatti del lavoro delle nostre giurie, che con attenzione e competenza hanno scelto opere capaci di affrontare il presente con coraggio e audacia. La nuova giuria Borderless, formata da giovani con background migratorio, ha arricchito lo sguardo verso cinematografie “minori” ma in forte crescita. Il Pubblico ha scelto di premiare “Post Truth”, primo film uscito nelle sale europee realizzato interamente con l’Intelligenza Artificiale, segno che il nostro impegno nel guardare al contemporaneo e alle nuove frontiere della rappresentazione è stato compreso e apprezzato. Un contributo che rafforza la missione di FrontDoc".
La Giuria Ufficiale, composta da Emiliano Morreale, docente alla Sapienza Università di Roma, critico e saggista, conservatore della Cineteca Nazionale, Cécile Embleton, regista, il cui lavoro nasce dall’incontro tra arte e letteratura, e Valeria D’Ambrosio, storica dell’arte e curatrice d’arte contemporanea, ha assegnato i seguenti premi:
Miglior Lungometraggio: “
1001 frames” di Mehrnoush Alia (Iran, USA, 2025, 87’) che affronta l’abuso di potere nel mondo dello spettacolo, con la seguente motivazione: Un documentario che si trasforma in finzione che si ritrasforma in documentario. Una magia che ci sospende in una dinamica di scambi di ruoli tra vittima e carnefice, attraverso una struttura semplice ma carica di un’originalità formale mai monotona. Il film ci restituisce un mondo del cinema che esaspera le dinamiche di potere della macchina da presa e di chi la controlla. Quest’opera decostruisce e supera la frontiera dei sessi, ponendoci in una posizione scomoda, costretti ad osservare da dietro la camera, eppure emotivamente partecipi delle donne.
Miglior cortometraggio documentario: “
Mana Issa, 2024” di Elisabeth Subrin (USA, 2024, 10’) che mette in relazione arte, impegno e resistenza, ponendo questioni fondamentali sul ruolo dell’attore oggi, con la seguente motivazione: Attraverso il racconto di un’esperienza personale nel mondo del cinema, in pochi minuti il film ci offre uno spaccato del mondo contemporaneo e della crisi umanitaria. Una natura morta che si trasforma in film, in un interno intimo sorpreso dall’irruzione del mondo esterno. Le parole evocano visivamente la struttura fissa della società e del potere e, spingendoci oltre i confini dell’inquadratura, superano metaforicamente le frontiere geografiche.
Miglior cortometraggio F(r)iction: “
Sammi, who can detach his body parts” di Rein Maychaelson (Indonesia, 2025, 19’) con la seguente motivazione: Un cortometraggio di finzione che trasporta l’estetica del cinema dell’estremo Oriente nel mélo e nell’horror. Il corpo, prima frontiera umana, viene superata in un atto estremo di generosità. Seguendo il percorso di conoscenza dolorosa di una madre, in maniera innovativa e non semplicistica, il film riesce a dirci qualcosa di misterioso e profondo sulla durezza del presente, sui legami umani e sulla speranza.
Menzione speciale: “
Sixty-seven milliseconds” di fleuryfontaine (Francia, 2025, 15’) con la seguente motivazione: Attraverso la dissezione visiva della violenza, il film ci fa rivivere l’esperienza del dolore fisico che supera ogni confine etico. Un film sul dispositivo, una critica alla neutralità dell’immagine.
Anche la Giuria Giovani, composta da studenti e studentesse dell’Università di Torino, ha assegnato il
premio Miglior lungometraggio a “
1001 frames” di Mehrnoush Alia (Iran, USA, 2025, 87’) per la consapevolezza nell’utilizzo del dispositivo filmico e l’adeguatezza del linguaggio utilizzato rispetto al tema analizzato, riconoscendo un film che oscillando tra finzione e realtà scardina i paletti del cinema documentario.
Miglior cortometraggio documentario: “
Homunculus” di Bonheur Supreme (Francia, Italia, 2025, 17’) con la seguente motivazione: Per aver trovato una corrispondenza tra il medium video ludico di un gioco open world e la realtà delle app di dating.
Miglior cortometraggio F(r)iction: “
The pool or death of a goldfish” di Daria Kopiec (Polonia, 2025, 13’) con la seguente motivazione: Attraverso un’animazione in stop motion il film riesce a rappresentare con dolcezza l’universo interiore del bambino in un mondo alternativo rispetto al dolore della sua quotidianità.
Menzione speciale Lungometraggi: “
El príncipe de Nanawa” di Clarisa Navas (Argentina, Paraguay, Colombia, Germania, 2025, 210’), con la seguente motivazione: Per aver saputo adeguare lo sguardo alla situazione osservata e per aver saputo restituire i tempi della vita e della crescita personale di Angel in un’opera fluviale.
Menzione speciale Cortometraggi: “
Manal Issa, 2024” di Elisabeth Subrin (USA, 2024, 10’), con la seguente motivazione: Per aver posto l’attenzione sul genocidio palestinese in un film in cui l’assenza diventa spazio di riflessione personale e politica.
La Giuria Borderless, composta da giovani tra i 16 e i 35 anni con background migratorio o una diversa provenienza culturale, ha premiato “
Baadarane” di Samah El Kadi Libano (Stati Uniti, 2025, 15’) con la seguente motivazione: Per come riesce a trasformare una storia concreta in qualcosa di universale. In questo film abbiamo sentito una forza semplice e diretta. Questo corto ci porta in un luogo preciso, ma allo stesso tempo ci parla di ogni luogo. Ci mostra un momento specifico, ma sembra valere per tutti i tempi. E soprattutto ci ricorda che, anche nelle situazioni più dure, lo sguardo di un bambino può aprire domande che noi adulti non abbiamo più il coraggio di fare.
La Giuria di Spazio X, sezione del festival dedicata ad opere di realtà virtuale e cinema sperimentale, composta dai registi Francesco Montagner e Simone Fougnier e dall’artista performativo Jan Kulka, ha assegnato i seguenti premi:
Premio VR: “
Turbulence: jamais vu” di Ben Joseph Andrews e Emma Roberts (Australia, 10') con la seguente motivazione: Per aver sfruttato la qualità immersiva del mezzo, collocando lo spettatore in una posizione di disorientamento impossibile da raggiungere con qualsiasi altra forma d’arte. Per aver adottato una nuova tecnologia al fine di sensibilizzare sul tema della vertigine emicranica e suscitare empatia e comprensione verso qualcosa che non può essere spiegato o vissuto direttamente.
Menzione speciale VR: “
Less than 5gr of Saffron” di Négar Motevalymeidanshah (Francia, 7') con la seguente motivazione: Per i suoi straordinari contenuti visivi, la narrazione incredibilmente commovente, la regia esperta e l’inquadratura che mette in contrasto la bellezza e l’intimità del cucinare un pasto con i ricordi che esso fa riaffiorare.
Premio Film: “
J-N-N” di Ginan Seidl (Germania, 19’) con la seguente motivazione: Dopo una lunga discussione sul significato di questa forma d'arte sperimentale che comunemente chiamiamo cinema, abbiamo deciso di assegnare il premio principale di Spazio X a una videoinstallazione bicanale. J N N esplora l’invasione coloniale dell'Iraq, mettendo in discussione il nostro punto di vista occidentale, giostrando magistralmente il paesaggio ordinario con storie personali. Mescolando il misticismo di Hussein con racconti personali, getta una luce sulla ferita aperta della guerra irachena.
Menzione speciale Film: “
The Cosmic Microwaves Background” di Touchard Robin (Francia, 20’) con la seguente motivazione: Per aver presentato un film visivamente audace e assolutamente ben realizzato, che utilizza le capacità magiche di questo media per connettere il grande con il minuscolo, il profondo con il banale, il serio con il divertente, mettendoli nel tritacarne, facendoli a pezzi, facendoli bollire per 20 minuti e creando un unico e coerente infuso di poesia audiovisiva, che può portarci in un viaggio nello spazio esterno sia dell'ordinario, sia del profondo.
Il
Premio del pubblico è andato a “
Post Truth” di Alkan Avcıoğlu (Turchia, 2025, 102’), il primo film realizzato interamente con l’intelligenza artificiale che interroga la fiducia nello sguardo documentaristico.
16/11/2025, 13:39