EURO BALKAN FILM FESTIVAL 8 - A Roma fino al 6 novembre
C'è un'Europa che non compare nelle cartine ufficiali dell'Unione, ma pulsa nelle sale cinematografiche, nei documentari che attraversano frontiere invisibili, nelle storie di chi è nato dopo Dayton e cerca di capire cosa significhi vivere su macerie che nessuno vuole più nominare. L'
Euro Balkan Film Festival 2025, giunto alla sua ottava edizione, torna a Roma dal 30 ottobre al 6 novembre per dare voce a questa Europa sommersa: dodici paesi balcanici - Slovenia, Croazia, Serbia, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Turchia, Montenegro, Macedonia del Nord, Albania, Grecia, Kosovo, Romania - e una generazione di cineasti che trasforma il dolore in racconto, la memoria in futuro.
E tutto comincia prima. Il 28 ottobre, allo Spin Time, con un'anteprima che è già manifesto: Dom, la Bosnia che torna a guardarsi allo specchio.
28 OTTOBRE, SPIN TIME: L'ANTEPRIMA CHE RACCONTA L'IDENTITÀ PERDUTA
Dom: Il ritorno alle radici come atto di riconciliazione
Prima ancora dell'apertura ufficiale, il festival inaugura nel luogo simbolo della cultura indipendente romana: lo Spin Time. Il film è
Dom, di Massimiliano Battistella, che racconta il ritorno di Mirela, una donna bosniaca rifugiata in Italia nel 1992, durante l’assedio di Sarajevo. Evacuata in Italia a 10 anni insieme ad altri 66 bambini dall'orfanotrofio Dom Bjelave sotto bombardamento, oggi Mirela vive a Rimini con la sua famiglia. Da questa opposta sponda dell'Adriatico che l'ha saputa accogliere, intraprende un viaggio per riconciliarsi con il proprio passato e tornare in Bosnia ad incontrare chi è rimasto, sulle tracce della madre e della propria identità ferita.
Tra incontri con amici d’infanzia e ricordi di bimba, il film intreccia memoria individuale e storia collettiva, dando voce a chi ha vissuto una delle più gravi tragedie del dopoguerra europeo. Il documentario si sviluppa attraverso un linguaggio intimo e visivo, che accompagna la prospettiva della protagonista e pone i bambini al centro del discorso, in modo lirico e come postura di sguardo. Il film è arricchito da prezioso materiale d’archivio e da una colonna sonora firmata dal compositore bosniaco Nedim Zlatar, noto per il suo lavoro con Denis Tanović.
Dom non è solo il primo film del festival: è una chiave per capire tutto quello che verrà dopo. Perché questa è la storia di una sola persona, ma dal 30 ottobre in poi ne arriveranno altre, ognuna con la stessa urgenza di essere raccontata, ognuna con lo stesso diritto di esistere nella memoria europea.
Il programma della serata: martedì 28 ottobre - Spin Time, Roma
Ore 20:00 – "Dom e Radici: Itinerario di un festival"
Un confronto sulla memoria diasporica e sul ruolo del cinema come strumento di riconciliazione. Saluti del direttore dell’Euro Balkan Film Festival Mario Bova e proiezione speciale di Dom, alla presenza del regista Massimiliano Battistella.
Alla fine della proiezione, segue una conversazione con Massimiliano Battistella, Mario Bova, Gaia Furrer (direttrice artistica Giornate degli Autori), Giorgio Gosetti (critico cinematografico), Riccardo Biadene (produttore), Fatima Neimarlija (scrittrice e presidentessa dell'Associazione Bosna u Srcu – Bosnia nel Cuore), Lisa Pazzaglia (co-sceneggiatrice) e la protagonista Mirela Hodo.
Ore 22:00 - Musiche dai Balcani
DAL 30 OTTOBRE AL 6 NOVEMBRE: OTTO GIORNI PER RICOSTRUIRE UN PONTE
L'anteprima del 28 ottobre apre otto giorni di cinema, memoria e dialogo che trasformeranno Roma in un crocevia di narrazioni balcaniche. Varie sedi (Casa del Cinema, Cinema Troisi, Nuovo Cinema Aquila, Centro Sperimentale di Cinematografia, Spin Time), film in concorso, cortometraggi, workshop, masterclass, omaggi. E tre nuclei tematici che danno forma all'intera programmazione.
Nel trentennale del genocidio di Srebrenica e degli Accordi di Dayton, il festival celebra la "Generazione Dayton": giovani registi nati durante o dopo la guerra, che trasformano le fratture in storie di riconciliazione. Sarajevo, città ferita ma vitale dove moschee, sinagoghe e chiese convivono accanto alle cicatrici dell'assedio, diventa emblema della possibilità di convivere con la complessità.
CAPITOLO 1: LE VOCI DELLA GENERAZIONE DAYTON E L’AUTORE AL CENTRO (30 ottobre – 2 novembre)
30-31 ottobre: Workshop degli Autori, curato da Maurizio Sciarra, con registi, membri di FERA, produttori e rappresentanti istituzionali dell’audiovisivo
"La centralità dell'autore nell'era delle piattaforme e dell'intelligenza artificiale": in un momento storico in cui le piattaforme streaming dettano le regole e l'intelligenza artificiale minaccia di sostituire lo sguardo umano, il festival rivendica il primato dell'autore. Non è un caso: i Balcani sono da sempre laboratorio di resistenza culturale, zone franche dove il cinema d'autore sopravvive contro ogni logica di mercato. Il workshop, che apre ufficialmente il festival, mette al centro questa domanda: può esistere ancora un cinema autoriale, personale, radicale? E se sì, dove?
2 novembre: Focus Romania – Il nuovo cinema che l'Europa deve conoscere
La Romania è oggi uno dei centri più vitali del cinema europeo, e il festival lo celebra con due nomi imprescindibili:
Radu Jude presenta Kontinental '25, l'ultimo capitolo di una filmografia che ha già riscritto le regole del cinema politico europeo (Orso d'Oro Berlino 2021 per Bad Luck Banging or Loony Porn). Jude è un maestro della provocazione intelligente, capace di usare l'ironia come bisturi per aprire le ferite della storia.
Bogdan Muresanu porta The New Year That Never Came (L’anno nuovo che non arriva) di Bogdan Muresanu (Romania-Serbia, 120’, 2024), sei storie intrecciate nell’ultima notte del regime Ceaușescu, Premio Miglior Film Orizzonti a Venezia 2024, in uscita in Italia il 4 dicembre con Trent Film. Il film sarà accompagnato da un panel con il regista, moderato da Mihaela Gavrila e il giornalista Andrea Scarpa (ore 19:15, Cinema Troisi).
Nella stessa giornata, un omaggio ad un direttore della fotografia: Vladan Radović dai Balcani all'Italia: luci e radici del cinema.
CAPITOLO 2: SREBRENICA,30 ANNI DOPO–IL CUORE ETICO DEL FESTIVAL (3-4 novembre)
4 novembre: Il giorno di Srebrenica
Nel trentennale degli Accordi di Dayton, che misero fine a una delle guerre più sanguinose d’Europa, il Festival ricorda e celebra il cuore politico, etico, umano della vicenda, vista dagli occhi eccezionali di un sopravvissuto.
Ado Hasanović presenta I diari di mio padre, omaggio a Srebrenica e alle 8.372 vittime del genocidio del luglio 1995. Hasanović non è solo un regista: è un sopravvissuto, uno che ha il diritto e il dovere di raccontare. Il suo film è un atto di testimonianza che attraversa generazioni.
Nella stessa serata, consegna del Premio Ismail Kadaré per la cooperazione culturale euro-balcanica a Miljenko Jergović, scrittore croato-bosniaco, "il Márquez europeo", voce letteraria che ha saputo tenere insieme le lingue, le memorie, le fratture della ex-Jugoslavia senza cedere a nazionalismi o semplificazioni. Jergović è un ponte vivente: e il festival lo celebra.
CAPITOLO 3: FUTURO E RICONCILIAZIONE – GUARDARE AVANTI (5-6 novembre)
5 novembre: Fiume o Morte! di Igor Bezinović
Vincitore del Tiger Award al Rotterdam Film Festival, Fiume o Morte! è un film che va visto. Bezinović racconta l'occupazione italiana di Fiume (1919-1924) attraverso lo sguardo di D'Annunzio e dei suoi legionari, ma lo fa con una forma radicale, sperimentale, che destruttura il racconto storico per farne un'opera visionaria. Non è cinema didascalico: è cinema che provoca, che mette in discussione, che obbliga a ripensare cosa significhi "identità nazionale" in un'Europa che continua a divorarsi.
Q&A con il regista Igor Bezinović, alla presenza di Laura Delli Colli, Gregor Božič, modera Maurizio Sciarra.
6 NOVEMBRE - Emir Kusturica ospite d’onore e chiusura festival
L’ottava edizione si conclude con l’omaggio a Emir Kusturica, leggenda del cinema balcanico e internazionale.
Alle 19:30 il panel vede la partecipazione di Kusturica, Vladan Radović, Edoardo De Angelis, Emiliano Morreale, moderati da Mario Sesti.
Segue la proiezione del suo film d’esordio Ti ricordi di Dolly Bell? (Do You Remember Dolly Bell?, Jugoslavia, 110’, 1981), Leone d’Oro a Venezia per la migliore opera prima. Una storia di musica, libertà e riscatto ambientata nella Sarajevo degli anni ’60.
Infine, la cerimonia di chiusura e premiazione con la giuria presieduta dallo scrittore Tahar Ben Jelloun e composta da More Raça, Flavio De Bernardinis, Oscar Iarussi, Claudio Siniscalchi.
Saranno consegnati i premi per Miglior Film, Regista, Attore, Attrice, Cortometraggio, Miglior Regista di corto e il Premio Cineuropa (assegnato da Vittoria Scarpa), oltre ai Premi Giovani e RadUni.
TRA FILM IN CONCORSO, SEI COPRODUZIONI ITALO-BALCANICHE
Film che affrontano memoria bellica, patriarcato, migrazione, emancipazione femminile. Storie che dimostrano come il cinema possa essere ponte tra culture, lingue, memorie. Tra questi, sei coproduzioni italo-balcaniche:
Il silenzio degli dei (Dwelling among the gods) di Vuk Ršumović (Serbia-Italia-Croazia, 100', 2024)
Waterdrop di Robert Budina (Albania-Italia-Kosovo-Romania, 95', 2024)
Little Trouble Girls di Urška Djukić (Slovenia-Italia-Croazia-Serbia, 89', 2025)
Windless di Pavel Vesnakov (Bulgaria-Italia, 100', 2024)
The New Year that Never Came di Bogdan Mureșanu (Romania-Serbia, 120', 2024)
Arcadia di Yorgos Zois (Grecia-Bulgaria, 99', 2024) – esistenzialismo e perdita in un resort balneare
La rinuncia del principe (Wondrous is the silence of my master) di Ivan Salatić (Montenegro-Croazia-Francia-Italia-Serbia, 110', 2024)
Afterwar di Brigitte Stærmose (Danimarca-Kosovo-Svezia-Finlandia, 85', 2024)
Fiume o Morte! di Igor Bezinović (Croazia-Italia-Slovenia, 112', 2025)
Mother di Teona Strugar Mitevska (Belgio-Macedonia del Nord, 104', 2025)
Gym di Srđan Vuletić (Bosnia-Slovenia-Croazia-Montenegro, 85', 2024)
Cortometraggi
Concorso curato da Ado Hasanović (31 ottobre e 1 novembre): voci emergenti della scena balcanica e diasporica con opere come Common Pear, Greek Apricots, Strangers in the Night, Balkan, Baby, Good Luck, Sara!
27/10/2025, 06:50